L’argomento è stato oggetto di discussione di recente in Francia, in occasione dell’appuntamneto annuale dell’associazione delle mutue Roam, lo scorso 26 gennaio 2017.
La guida autonoma di fatto potrebbe rimescolare le carte in tavole nel mercato dell’assicurazione auto entro i prossimi 10 anni.
Sull’argomento è intervenuto il presidente di Volvo Franc Yves Pasquier-Desvignese: «Il dibattito è sull’accettazione da parte del conducente, non più sulla fattibilità ed affidabilità tecnologica dei sistemi di condotta autonoma. Ci impegnamo a sostenere che le auto saranno autonome nel 2021». Rimane però la convenzione di Vienna che contraddice la possibilità tecnologica, dato che l’autista deve mantenere il controllo della sua auto in ogni circostanza. Ma con l’evoluzione del diritto questo paradosso regolamentare potrebbe essere presto risolto.
Pseudo-robot, i veicoli di alta gamma sono già qualificati come semi autonomi. Allianz ha già calato il premio ai proprietari, stimando che la condotta assistita si traduca con una diminuzione delle probabilità di sinistro.
«Se solo i clienti agiati possono acquistare questo tipo di auto, uno scenario recente stima che quest ridurrà il parco auto dell’1,5% con un calo del 20% della sinistrosità», spiega Philippe Roche, direttore dell’agenzia Acommauto.
Se, per contro, questa tipologia di auto comporta lo sviluppo del car sharing a discapito della proprietà, il calo del parco auto raggiungerebbe il 50%! E la sinistrosità crollerebbe drasticamente del 90%. «E’ il motivo per cui gli assicuratori devono prepararsi a divenire assicuratori di mobilità», sottolinea Malek Semar, dirigente dellastart-up Glob.
Stéphane Désert, direttore generale della Mutuelle de Poitiers Assurances è ottimista: «Per noi si tratta di una boccata d’aria fresca, questa innovazione, e siamo consapevoli del fatto che il proprietario della vettura assicurato è destinato a diventare l’utente di un servizio». La mutua ha attualmente in corso dei test a Parigi e ritiene una sfida l’avvento delle auto a guida autonoma, dato che oltre il 40% della sua attività riguarda il ramo auto. «Si guarderà più al profilo dell’auto che del conducente”, spiega Désert. Ma la responsabilità rimarrà ed è per questo che rimarranno anche i bisogni assicurativi in RC, danni, cristalli, incendio e furto …
Prima che il robot possa essere giudicato colpevole ce n’è di strada. «Il consumatore non ha alcuna tolleranza nei confronti di una macchina, non ha diritto di sbalgiare se vuole prendere il posto dell’uomo», dice Yann Arnaud, di Macif.
Ancora difficile sapere quali alleanze industriali si creeranno e in quale arco di tempo: i gestori dei sistemi, i costruttori? Se il mercato diventa BtoB nel senso che l’assicuratore andrà a coprire un marchio auto o una piattaforma di car sharing piuttosto che una persona, l’estensione del rischio è tale che il mercato potrebbe passare nelle mani dei riassicuratori.
“Vorremmo mantenere la RC e la copertura dei danni in alleanza con i produttori”, spiega Stéphane Désert, che si prepara a indennizzare meno danni materiali, ma a offrire più protezione legale.
Lo conferma Alain Bensoussan, avvocato di diritto digitale. “Il mondo di domani sarà ancora più assicurativo a causa della crescita in massa della frode informatica e dei rischi seriali”. Il mercato dei robot sostituirà, secondo lui, quella degli incidenti stradali e “sarà un mercato molto grande”.
Fonte: L’Argus de l’assurance