I Manager si rivelano risparmiatori con maggiore consapevolezza rispetto alla media degli italiani circa il funzionamento e la volatilità dei mercati finanziari. In ambito previdenziale, il loro profilo di investimento in generale è di ridotta avversione al rischio, con un’elevata coerenza di base tra le linee di investimento selezionate e il generale atteggiamento nei confronti dell’ “incognito”.
Lo rileva una ricerca condotta da PREVINDAI, presentata e trattata nell’incontro “La previdenza complementare e il manager”, organizzato da ALDAI-Federmanager martedì 21 febbraio 2017 a Milano.
PREVINDAI, il fondo pensione dei dirigenti industriali il cui rapporto di lavoro regolato dal CCNL sottoscritto da FEDERMANAGER e CONFINDUSTRIA, ha analizzato l’atteggiamento nei confronti dei rischi di natura finanziaria dei manager, attraverso un questionario a cui hanno partecipato quasi 15.000 aderenti al fondo.
“In un contesto economico e dei mercati finanziari molto cambiato negli ultimi anni, era necessario verificare l’attitudine al rischio dei nostri iscritti.” fa sapere Oliva Masini, Direttore Generale PREVINDAI: “Analizzandone i diversi fattori, si è confermata una rilevante quota di dirigenti con un profilo di rischio basso e forte avversione alle perdite: per loro i comparti assicurativi sono la giusta soluzione. C’è poi chi ha una tolleranza al rischio più elevata; sono dirigenti psicologicamente capaci a sopportare volatilità e perdite, che scelgono i comparti finanziari. Per loro le strategie di investimento vanno ottimizzate dal punto di vista risk adjusted e costruite per rispecchiare adeguati benchmark di riferimento”.
Il 30% di chi ha aderito alla ricerca ha dimostrato un atteggiamento di buona tolleranza al rischio, in una percentuale che può essere considerata superiore a quella delle famiglie italiane. Per quanto riguarda atteggiamenti e percezioni diverse tra uomini e donne, queste ultime presentano una minore propensione al rischio, attestandosi in media intorno ai 29 punti su una scala che va da un minimo di 3 punti (netta avversione) a un massimo di 80 (totale propensione).
Gli uomini invece hanno raggiunto un risultato medio di poco oltre i 34 punti. Analizzando la cultura finanziaria della classe dirigenziale, misurata con la conoscenza del rischio, emerge chiara la competenza degli iscritti (Tavola 3.19). Oltre il 50% del campione infatti risponde dando prova di una conoscenza particolarmente elevata del rischio dei mercati finanziari: ben il 13,9% degli intervistati è costituito da soggetti con conoscenza molto approfondita, quasi da addetto al settore, del funzionamento dei mercati finanziari.
In questo caso tuttavia, le donne si dimostrano un po’ meno preparate su questo tema specifico: suddividendo i risultati per genere, la ricerca dimostra una minore conoscenza del rischio nel gruppo delle dirigenti donne che rientrano nella categoria più bassa (Tavola 3 e 4).
“Stiamo valorizzando sempre di più la previdenza complementare prevista dal contratto di lavoro come strumento distintivo di welfare della bilateralità tra dirigenti e imprese. Negli anni è emersa la fondamentale necessità per la classe dirigente di tenersi costantemente aggiornata sulle evoluzioni di mercato: sia a livello industriale sia finanziario, vista la correlazione diretta che ormai lega questi due ambiti in maniera sempre più simbiotica,” spiega Romano Ambrogi, Presidente ALDAIFedermanager, la maggiore organizzazione territoriale del sistema Federmanager, polo di competenze e punto di riferimento per i servizi ai manager oltre che partner integrante del sistema industriale. “Come associazione ci impegniamo ad assicurare ai nostri iscritti tutti gli strumenti utili a questo scopo, attraverso corsi e incontri con enti specializzati ed esperti capaci di rispondere ai dubbi e quesiti dei manager su temi specifici”.