di Anna Messia
L’attesa di un’eventuale offerta di Intesa Sanpaolo su Generali resta altissima e ancora ieri il presidente del gruppo bancario, Gian Maria Gros Pietro, è tornato sull’argomento dichiarando che «le valutazioni le fa il management e io verrò informato a tempo debito». La palla è quindi chiaramente nelle mani dell’amministratore delegato Carlo Messina, cui spetta la prossima mossa dopo aver annunciato di avere allo studio possibili sinergie industriali con Generali . Ma in questi giorni di tensione e attesa la macchina operativa del Leone non ha smesso di lavorare. Anzi, il tentativo è accelerare la crescita del business anche per contrastare meglio eventuali tentativi di acquisizione. In quest’ottica va letto il recente riassetto organizzativo di Generali Italia nel ramo Danni. Il mercato italiano, seguito da Marco Sesana, rappresenta del resto il 35% dei 72 miliardi di premi complessivi e il 60% dell’utile netto della compagnia. Un pilastro fondamentale insomma, nel quale a cascata ha un ruolo decisivo il ramo Danni guidato da Massimo Monacelli, che dal gennaio 2016 è chief property & casualty and claims di Generali Italia. Nei giorni scorsi l’area Auto è stata fatta confluire nell’organizzazione dedicata al ramo Danni Retail, affidata a Michele Corbo, che si affianca così all’area Danni Imprese, guidata da Tommaso Ceccon. L’obiettivo è riorganizzare il comparto in funzione della tipologia di cliente (retail o impresam, appunto) e non più solo per linea di business, sviluppando sinergie. Il riassetto ha portato con sé la sistemazione di poltrone-chiave nella società e non è ancora finito. L’ex responsabile Auto, Alberto Busetto, ha assunto la responsabilità dello sviluppo del business telematico, mentre Alberto Cucinella, ex attuario Auto, avrà un nuovo incarico nella holding. Mentre si cerca (sia sul mercato sia nella compagnia) un nuovo attuario Auto, incarico ricoperto ad interim da Corbo. Trovare la persona giusta sarà fondamentale perché nelle sue mani finirà per esempio la tariffa Rc Auto di Generali Italia, che rappresenta una leva fondamentale per il gruppo.
Il riassetto del Leone passa però pure per l’estero. Ma non si tratta di una delle possibili dismissioni (indicate dai vertici all’ultimo Investor Day) delle partecipate non più strategiche, che dovrebbero portare 1 miliardo al gruppo da reinvestire poi sulla crescita. Anche in questo caso si tratta invece di una mossa che guarda allo sviluppo: il gruppo guidato da Philippe Donnet ha infatti ottenuto il via libera per acquisire il controllo della neo-costituita Generali Panama Sa. Sono più di 40 anni che il Generali opera a Panama tramite una branch e oggi la compagnia è la sesta del Paese con il 7,7% del mercato assicurativo. Il passaggio da branch a società pone ora le basi per una crescita più veloce. (riproduzione riservata)
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