di Anna Messia
Per ora è rimasto tutto come prima, con la conferma del prestito titoli sul 3,01% di Intesa Sanpaolo . Tanto che ieri sera, quando è terminato il consiglio di amministrazione di Generali, non c’è stato alcun comunicato da diffondere. Ma nella compagnia assicurativa si continua a cercare la soluzione migliore per difendersi da una probabile scalata della banca guidata da Carlo Messina e valutare scelte alternative al prestito titoli, organizzato fatto in quattro e quattr’otto lunedì 23 gennaio, con l’obiettivo di sterilizzare i voti in caso di un’eventuale opa di Intesa Sanpaolo , sulla quale le voci si erano fatte insistenti e si attendeva una mossa lampo della banca. Ora a disposizione c’è un po’ di tempo in più rispetto a quello che sembrava lo scenario iniziale. Perché, come dichiarato agli analisti venerdì 3febbraio dallo stesso Messina in occasione della presentazione del bilancio 2016, la banca non ha per ora alcuna offerta pronta o imminente.
A Ca’ de Sass si sta ancora ragionando sulle possibili sinergie industriali con la compagnia assicurativa e i paletti fissati per dare semaforo verde all’operazione dallo stesso Messina, che intende mantenere ratio patrimoniali e dividendi agli attuali livelli, sono tutt’altro che semplici da rispettare. Il gruppo guidato da Philippe Donnet ha quindi qualche giorno in più per studiare le possibili contromosse e ieri ha riunito il Comitato investimenti e operazioni strategiche, che dallo scorso 25 gennaio ha rafforzato poteri e velocità di decisione, proprio per essere più rapido e più agile in caso di operazioni ostili. Una sorta di comitato anticrisi, presieduto da Donnet e composto anche dal presidente del gruppo, Gabriele Galateri di Genola, Francesco Gaetano Caltagirone , Lorenzo Pellicioli, Clemente Rebecchini e Paola Sapienza, che grazie ai nuovi poteri ricevuti hanno ora competenze istruttorie e consultive a supporto degli organi esecutivi, anche per le operazioni che hanno valore strategico. E ieri, con la consulenza di Goldman Sachs e dello studio legale Cleary Gottlieb, si sono riuniti proprio per ragionare su altre possibili formule alternative al prestito titoli ma ugualmente in grado di bloccare Intesa , e hanno poi informato il consiglio di amministrazione. Ma a oggi non c’è alcuna nuova mossa e come detto resta per ora confermato il prestito titoli sul 3%, avviato a fine gennaio con una formula aperta, senza scadenza.
Ieri intanto gli analisti, commentando i conti di Intesa Sanpaolo presentati venerdì 3 e apprezzati dal mercato, si sono espressi anche su una possibile offerta pubblica di scambio su Generali. «Ci aspettiamo che Intesa Sanpaolo prenderà in considerazione solo operazioni neutrali sul capitale e accrescitive in termini di Eps, senza compromettere la politica del dividendo e il solido profilo di rischio», hanno affermato gli analisti di Deutsche Bank , secondo i quali la strategia sugli Npl della banca è «credibile e coerente con le direttive della Bce».
Per Citigroup «il management di Intesa Sanpaolo è stato storicamente amichevole con gli azionisti, e a nostro avviso i commenti sul m&a dovrebbero aver rassicurato gli investitori sull’impatto e la taglia di un potenziale deal con Generali». A Citigroup piace soprattutto la dichiarata intenzione di Intesa Sanpaolo di subordinare un’eventuale operazione a criteri stringenti «per mantenere la sua forza» lasciando in ogni caso invariato il dividendo 2017. Mentre secondo Société Générale (che ha un Buy su Intesa , con target price a 2,8 euro) Intesa Sanpaolo offre «margini di apprezzamento a prescindere dal fatto che le ipotesi di fusione con Generali Assicurazioni vadano avanti o meno». Non resta che aspettare per sapere se le valutazioni avviate da Intesa si concretizzeranno in un’offerta. (riproduzione riservata)
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