di Antonio Lusardi
I tassi a zero non spaventano il Credem . Il cda della banca emiliana ha esaminato ieri i conti preliminari del 2016, che hanno registrato una tenuta della profittabilità al netto delle componenti straordinarie. Gli utili si sono attestati a 131,9 milioni, in calo rispetto ai 166 del 2015, che però, sottolinea una nota, «presentava un’importante componente straordinaria derivante dal riposizionamento del portafoglio titoli di proprietà». In controtendenza rispetto al sistema l’aumento gli introiti dal settore del credito. L’incremento del volume di prestiti, arrivati 23,6 miliardi (+4,6%), ha superato ampiamente la performance media del settore (+0,68%) e ha consentito alla banca guidata dal direttore generale Nazzareno Gregori di aumentare il margine di interesse a 502 milioni rispetto ai 486 milioni di un anno prima nonostante i tassi bassi. La qualità del credito rimane superiore alla media nazionale, con un rapporto tra sofferenze nette e impieghi limitato all’1,46% e con un tasso di copertura del 59,6%. In calo gli introiti da commissioni a 435 milioni (da 448) a causa della debolezza dei mercati finanziari e dei cambiamenti normativi. Resta alto il livello di solidità patrimoniale, con un Cet1 al 13,1%, quasi doppio rispetto al livello minimo fissato dalla Bce nell’ambito degli Srep (6,75%). Nel 2016 Credem ha portato avanti una campagna di investimenti per la crescita interna con 280 assunzioni e un aumento dell’organico del 2,5%, in netta controtendenza rispetto al settore. Il piano di sviluppo è giustificato dalla crescita della raccolta complessiva da 58,4 a 62,9 miliardi (+7,6%), in cui spicca il balzo della raccolta diretta: +10,2% a 21,5 miliardi.
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