Banca Generali ha conseguito nel 2016 un utile netto preliminare di 155,9 milioni di euro, in calo del 23,4% rispetto all’anno precedente. Il dato del 2015 contava su 60 milioni in più di performance fee. L’anno scorso teneva invece conto degli oneri per 8,2 milioni legati alla partecipazione ai fondi Brrd e Fitd per il salvataggio del sistema bancario.

Le commissioni di gestione proseguono da 20 trimestri consecutivi in crescita, con un +7% a 492 milioni. Il margine di intermediazione è ammontato a 402,8 milioni contro i 465,9 mln dello scorso esercizio, che aveva beneficiato delle commissioni di performance «straordinariamente favorevoli» dei primi mesi. Anche il margine d’interesse ha fatto i conti col minore apporto di voci esterne: 0,9 milioni di contributo dall’operazione di Ltro-Tltro contro i 3,1 milioni del precedente esercizio, risultando pari a 58,7 milioni (66,2 mln nel 2015). Sono invece saliti gli impieghi fruttiferi della clientela (7 miliardi, +35%), controbilanciando in parte la tendenziale riduzione dei rendimenti obbligazionari.

Il patrimonio netto è cresciuto a 646,4 milioni dai 636,8 di fine 2015. Il livello di patrimonio ha permesso al cda di proporre la distribuzione di un dividendo pari a 1,07 euro per azione, con un rendimento implicito del 4,6%.

Il gruppo ha realizzato il suo migliore risultato storico sul fronte della raccolta netta, che è stata pari a 5,677 miliardi (+22%). Il dato si confronta con un calo del 5% del comparto di riferimento (Assoreti) rispetto all’esercizio precedente, al netto del contributo di Banca Generali.

Il trend positivo della raccolta è proseguito nelle prime settimane del 2017: in gennaio sono stati registrati nuovi flussi per 460 milioni di euro, di cui 353 mln nelle soluzioni contenitore Bg Stile Libero e Bg Solution. La componente gestita è risultata il 69% del totale contro il 20% di gennaio 2016, migliorando il dato medio dell’intero anno pari al 59%. Il Cet1 ratio su base transitional si è attestato al 16,7% e il Total Capital ratio al 18,4%.

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