Assofondipensione sollecita un intervento chiarificatore del legislatore sul D.Lgs 180/2015 che ha introdotto in Italia il cosiddetto bail-in. Questo anche se il rischio che i versamenti ai fondi pensione possano essere coinvolti nei salvataggi bancari è basso
L’Associazione, che rappresenta 32 fondi pensione di categoria a cui aderiscono oltre due milioni di iscritti, ricorda che il patrimonio dei fondi stessi è al sicuro, così come le varie forme di risparmio gestito, che non possono essere coinvolte anche se la banca dovesse fallire.
La questione riguarda le somme liquide che vengono temporaneamente depositate presso le banche per essere poi investite nei fondi pensione. In assenza di un’esplicita protezione nel testo della normativa sul bail-in, la questione resta aperta. In ogni caso questa liquidità rappresenta una quota minimale del patrimonio dei fondi pensione, tale da non pregiudicare le posizioni dei singoli lavoratori. Assofondipensione sottolinea che per depositare la liquidità vengono selezionati istituti bancari di comprovata solidità. Senza contare che in caso di bail-in esistono molti livelli di coinvolgimento nel salvataggio (azionisti della banca, sottoscrittori di obbligazioni della banca, etc.), prima di arrivare alla liquidità dei depositi eccedente i 100mila euro protetti dal Fondo Interbancario di garanzia.
Della questione sono state investite le Autorità di vigilanza, Banca d’Italia e Covip. “Sulla base di tali approfondimenti – ha risposto la Covip ad Assofondipensione -, in particolare, si è riscontrato che la protezione delle risorse dei fondi pensione detenute presso una banca sottoposta a risoluzione non sarebbe completa. In particolare, non sarebbe possibile sottrarre agli effetti dei bail-in riguardante detta banca le disponibilità liquide ad essa affidate. E’ emersa pertanto l’esigenza di un intervento normativo volto ad introdurre un meccanismo di protezione idoneo a porre al riparo dagli effetti del bail-in anche tali disponibilità, essendo convincimento condiviso da entrambe le Autorità che tale vuoto non possa essere colmato con interventi di tipo amministrativo. Considerata la rilevante funzione previdenziale assolta dai fondi pensione, la Commissione si è, pertanto, immediatamente fatta portatrice di siffatta istanza nelle sedi competenti, sottoponendo possibili soluzioni alla valutazione dei Ministeri vigilanti”.