Una nuova tassa per pagare il transito su strade che oggi sono percorribili gratuitamente? Potrebbe essere questa una delle soluzioni individuate dal governo per non far più gravare l’Anas sulle casse dello Stato e, allo stesso tempo mandare un segnale all’Europa sulla “voglia” italiana di privatizzazioni.
Come fornire maggiore autonomia alla società che gestisce le strade italiane e garantire i 2 milioni di euro necessari? Attraverso un nuovo bollo per le strade attualmente gratuite.
L’idea sarebbe quella di prevedere un contributo annuale e non a consumo che costringerebbe l’automobilista a pagarlo anche se dovesse transitare su quelle strade per una sola volta, sulla scia quanto avviene già oggi nelle vicine Svizzera e Slovenia.
Nulla è stato ancora deciso e l’idea del bollo resta quindi al momento un semplice esercizio teorico. Infatti, non si conosce l’eventuale importo del bollo.
Attualmente, il bollo auto delle Regioni pagato dagli automobilisti vale circa 6 miliardi di euro, mentre la cifra per finanziare l’Anas sarebbe più o meno un terzo.
L’introduzione del nuovo bollo non sarebbe l’unica alternativa presa in considerazione dai tecnici del ministero delle Infrastrutture e da quello dell’Economia che pensavano piuttosto a una sorta di pedaggio occulto sulle strade Anas, destinando alla società una quota parte delle accise sulla benzina. Per i consumatori finali l’effetto sarebbe stato neutrale.
Le accise non sarebbero aumentate, e dunque nemmeno la benzina, perché lo Stato avrebbe compensato il gettito destinato ad Anas con il mancato trasferimento alla società pubblica dei 2 miliardi annui che oggi gravano sulla fiscalità generale. Il sistema non avrebbe però convinto i tecnici del Tesoro, poiché il consumo di carburante più avere delle oscillazioni anche importanti. Vincolare al finanziamento di Anas una quota fissa del gettito, avrebbe rischiato, in caso di calo dei consumi, di ridurre troppo la parte di entrare che sarebbe restata nelle casse dello Stato.