Utile netto consolidato in crescita del 37% a 439 milioni nel 2015 per Banca Mediolanum. Il totale delle masse gestite e amministrate è salito del 10% su base annua a 70,7 miliardi. Il Common Equity Tier 1 Ratio pro-forma era al 19,66%, uno dei più elevati fra i gruppi bancari italiani. In Italia la raccolta netta è stata positiva per 4,7 miliardi. Il numero dei clienti è cresciuto del 4% a 1,13 milioni e i conti correnti e di deposito hanno raggiunto un totale di circa 840.700 unità (+9%). Le attività all’estero hanno generato un utile netto di 13 milioni; le masse gestite e amministrate sono aumentate del 17% a 4,052 miliardi.
La partecipata Banca Esperia, che rappresenta una joint venture paritetica con Mediobanca, ha messo a segno un utile di 6,6 milioni, in forte progresso rispetto agli 1,8 mln del 2014.
Il cda proporrà all’assemblea dei soci un dividendo di 0,14 euro per azione, che sarà distribuito a partire dal 20 aprile. Con efficacia dal 30 dicembre scorso, Banca Mediolanum ha incorporato la controllante Mediolanum. Considerando l’acconto distribuito da quest’ultima in novembre, pari a 0,16 euro, il totale dei dividendi relativi all’esercizio 2015 ammonta a 0,30 euro.
Per quanto riguarda le prospettive per l’anno in corso, l’a.d. Massimo Doris si attende un incremento della raccolta netta totale: «Anche febbraio sta andando bene in termini di raccolta. Mi attendo un miliardo in più rispetto al 2015». Per il dividendo, Doris ha annunciato che nel 2016 «pensiamo di pagare almeno 30 centesimi. In ogni caso, quello che volevamo ottenere era un’ulteriore crescita dei ratio patrimoniali perché stanno diventando sempre più importanti a livello pubblico. Una volta raggiunto il 20%», ha proseguito l’a.d., «ci sentiamo tranquilli, siamo a un livello molto importante, ma non è che tutto il resto decideremo di distribuirlo. Preferiamo prudentemente continuare ad aumentare la nostra solidità».
Infine il dossier Esperia, che prevede la cessione dell’istituto, è rimandato a tempi migliori: «In un momento del genere, con i mercati così, non ci sembra il momento più adatto per fare trattative».
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