di Valerio Testi
Quello di gennaio 2016 è stato il miglior primo mese dell’anno nella storia di Banca Mediolanum , con una raccolta netta totale di 502 milioni di euro. Un risultato di spicco che fa seguito a quello di Banca Generali , che mercoledì 3 aveva comunicato i migliori dati mensili di sempre (530 milioni di raccolta), a conferma del buon momento delle banche reti, che stanno beneficiando di afflussi di clienti che, spaventati del bail-in, preferiscono aprire un conto corrente anche in banche che non devono gestire il tema spinoso delle sofferenze.
Mentre Anima (articolo qui accanto), che si appoggia su una rete di sportelli bancari, ha raggiunto il miglior risultato mensile di raccolta dalla sua quotazione per effetto di importanti mandati conferiti da investitori istituzionali. In occasione del primo Summit dei numeri uno d’Italia, organizzato a Milano da Class Editori in occasione del 35esimo anniversario di Capital, l’ad Massimo Doris aveva precisato che, per via dei mercati in forte calo delle ultime settimane, il gruppo non sta maturando commissioni di performance, mentre in generale il risultato complessivo del 2015 «è stato molto buono».
Tornando alla raccolta di gennaio, quella in fondi comuni e gestioni di Banca Mediolanum è stata di 180 milioni, mentre si è avuta un’impennata sull’amministrato (in particolare conti correnti e deposito titoli): 361 milioni il saldo positivo rispetto ai 54 milioni del gennaio 2014. L’ennesimo exploit della raccolta non ha però impedito al titolo Mediolanum di scivolare dell’8,3% a 5,57 euro. Parlando invece della partita Banca Esperia, controllata al 50% con Mediobanca e da tempo disponibile alla vendita, Doris non ha escluso una possibile soluzione attraverso uno swap con azioni di Generali Assicurazioni . Fondata oltre 15 anni fa, la private bank oggi guidata da Andrea Cingoli al 31 dicembre deteneva masse complessive per circa 16 miliardi di euro. Piazzetta Cuccia ha un diritto di prelazione sulla partecipazione del gruppo di Basiglio e il private banking rappresenta uno dei settori indicati come core nel del piano strategico di Mediobanca . Mediolanum è disposta a uscire, ma fino a oggi i due partner non hanno trovato un accordo per via di una diversa valutazione dell’asset. Nell’arco di piano la merchant bank guidata da Alberto Nagel ha in programma di ridurre dal 13 al 10% la partecipazione in Generali , anche attraverso uno scambio in particolare nei settori dell’asset management e del private banking. (riproduzione riservata)
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