di Paola Valentini
Monito della Consob alle reti di distribuzione finanziaria sui controlli dei loro promotori finanziari con l’obiettivo di tutelare i risparmiatori-clienti. L’intervento della Commissione è significativo, a maggior ragione alla luce del fatto che il mondo dei pf sta conquistando quote di mercato a scapito delle banche, tendenza che si è accentuata dopo i guai dei quattro istituti locali finiti in dissesto. La Consob, dopo aver condotto attraverso questionari un’indagine sulle procedure interne di monitoraggio delle reti dei promotori finanziari, ha raccolto una serie di informazioni e ora ha emanato una comunicazione volta a indirizzare gli operatori verso controlli interni ritenuti in linea con la disciplina di settore, in particolare con la Mifid. «La disciplina di derivazione europea prevede la necessità che gli intermediari si dotino di procedure, anche di controllo interno, atte ad assicurare che gli agenti collegati (ovvero i promotori finanziari, ndr) si attengano, nello svolgimento della propria attività, al rispetto delle disposizioni discendenti dalla normativa medesima», sottolinea l’autorità di controllo dei mercati finanziari presieduta da Giuseppe Vegas.
Dopo il caso delle obbligazioni bancarie subordinate collocate ai clienti dei quattro istituti falliti e poi azzerate, la Consob intende evitare che anche i promotori finanziari vendano ai risparmiatori prodotti non adatti al loro profilo di rischio. I suggerimenti della Consob riguardano quattro best practice che le reti «dovranno tenere in adeguata considerazione» con l’obiettivo di garantire prevenzione efficace e tempestiva rilevazione di eventuali condotte non corrette da parte dei promotori. Le indicazioni sulle pratiche ottimali si riferiscono ai soggetti preposti al controllo, ai controlli a distanza, alle forme di contatto con la clientela e alle ispezioni nei confronti dei promotori finanziari. Dalle analisi Consob è emerso che «è opportuna l’adozione di soluzioni organizzative che mantengano distinte le strutture operative, specie quelle dedicate allo svolgimento di attività commerciali, da quelle preposte all’effettuazione dei controlli sull’operatività», prosegue la Commissione. È necessario inoltre che vengano strutturati flussi informativi adeguati fra le varie funzioni aziendali e si sviluppino forme di ordinata collaborazione fra le stesse. La Consob si è concentrata anche sulle strutture piramidali presenti in alcune reti, nell’ambito delle quali ai manager sono affidati anche compiti di controllo sull’operatività dei promotori finanziari dagli stessi coordinati, prevedendo una specifica forma di remunerazione per questa attività. Secondo Consob in questi casi è opportuno mettere a disposizione di questi manager «idonei strumenti che consentano l’effettivo svolgimento dei compiti di controllo affidati, unitamente alla previsione di penalizzazioni nel sistema di remunerazione in caso di mancato diligente adempimento». Il secondo ambito riguarda i controlli a distanza, un aspetto in cui la Consob auspica «l’adozione di un adeguato numero di indicatori di anomalia volti a intercettare situazioni segnaletiche di possibili condotte irregolari». Su questo fronte, auspica la Consob, «è opportuna la previsione di un’elaborazione quantomeno settimanale di questi indicatori di anomalia». Il terzo punto riguarda le forme di contatto scritto con la clientela (per esempio, richieste di conferma del patrimonio affidato o di singole disposizioni).
Infatti spesso le reti scrivono direttamente ai risparmiatori per verificare l’attività di un loro pf. «Al fine di salvaguardare l’autenticità dei riscontri forniti vanno comunque previsti divieti di domiciliazione della corrispondenza presso l’intermediario da parte dei clienti assistiti da promotori finanziari o, quantomeno, meccanismi atti ad assicurare che il ritiro della medesima avvenga da parte del cliente personalmente e non già del promotore», afferma la Commissione. «In tale ambito è inoltre opportuna la previsione non solo di forme di contatto scritto, ma anche di modalità che presuppongano un’interazione maggiormente diretta con la clientela», prosegue la Consob. Una verifica quindi realizzabile, per esempio, anche tramite visite ai clienti. Infine il quarto aspetto di best practice su cui Consob si sofferma riguarda le verifiche ispettive negli uffici dei pf. «Sono un importante strumento di presidio sull’attività dei promotori finanziari». Al riguardo la Commissione osserva che «l’effettuazione di un numero adeguato di accertamenti in loco consente di rilevare con particolare efficacia eventuali condotte distorte dei promotori medesimi. La determinazione del numero di verifiche ispettive da condurre è rimessa alla responsabilità di ogni intermediario, che deve a tal fine valutare l’assetto complessivo dei controlli». (riproduzione riservata)
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