Il gruppo AIG sta attraversando un periodo complesso, con un ambizioso piano di ristrutturazione in corso e risultati del 4° trimestre 2015 meno buoni del previsto, con una perdita di 1,84 mld di dollari (contro un utile di 655 mln del 4° trim 2014) e una perdita operativa di 1,3 miliardi contro l’utile di 1,4 miliardi del pari periodo del 2014, a causa soprattutto della volatilità dei mercati che incide nel ritorno dagli investimenti.
Tuttavia, al momento dell’annuncio dei risultati AIG comunica di aver fatto entrare ne cda altre due persone (il numero di consiglieri passa quindi da 14 a 16), inserendo Samuel Merksamer, rappresentante del fondo di Carl Icahn, e John Paulson, alla guida del fondo Paulson & Co.
Da diversi mesi l’attivista Carl Icahn sta conducendo una lobby mediatica affinché il gruppo AIG proceda ad uno smembramento in tre società, una per i danni e i sinistri, una per il vita e una per i prestiti. Questo potrebbe permettere al gruppo di sottrarsi alle necessità di fondi propri legate al suo stato di assicuratore sistemico. Il board di AIG ritiene invece che lo spezzatino possa diminuire il valore per gli azionisti.
Il ceo Peter Hancock, rilancia: «Abbiamo preso importanti e significative iniziative per rilnciare AIG, semplificarla ed esporla a minori rischi». Hancock ha anche precisato di voler mantenere un dialogo aperto con tutti gli azionisti e di accogliere favorevolmente le loro idee.
A fine gennaio il gruppo ha promesso una serie di iniziative a favore degli azionisti come una politica di remunerazione da 25 miliardi di dollari per i prossimi due anni. È stato aumentato del 14% il dividendo trimestrale a 31 centesimi per un monte-dividendi annuale di 1,53 miliardi, e approvato un nuovo programma di buy-back da 5 miliardi.
Nel 2015 Aig ha remunerato i soci con 11,7 miliardi tra cedole e buy-back ed è sulla buona strada per restituirne altri 10 miliardi quest’anno.