Negli Stati Uniti milioni di automobili vengono spiate ogni giorno. E questo con la scusa di combattere il crimine: dal terrorismo al traffico di droga, dai sequestri di persona agli omicidi. Così il Dipartimento di giustizia ha dato vita a un grande archivio nazionale nel quale confluiscono in tempo reale i movimenti dei veicoli lungo le strade americane. Un programma segreto di intelligence che registra una miriade di dati su chi si trova al volante.
L’obiettivo originario di questa iniziativa era quello di controllare i movimenti sospetti nelle aree di confine con il Messico, dove i cartelli della droga agiscono in grande stile. Poi, col passare del tempo, si è pensato di approfittare di questa tecnologia per sorvegliare il resto del paese, come hanno rivelato fonti confidenziali alla stampa d’Oltreoceano. Così succede che oggigiorno parecchi Stati e agenzie locali per la sicurezza accedano al database per condurre le loro indagini su episodi criminali.
In molti hanno reagito male a questa sorta di Grande fratello: la riservatezza della popolazione è a rischio. O forse non esiste nemmeno più. Dal Dipartimento di giustizia hanno evidenziato che il programma è in sintonia con la legislazione federale: non è una novità che l’amministrazione che si occupa di lotta alla droga utilizzi la piattaforma per arrestare criminali o fermare il flusso di sostanze stupefacenti in zone ad alto rischio. Il senatore democratico Patrick Leahy, pur ammettendo che il ricorso a tale strumento pone una serie di questioni relative alla privacy, sostiene che i cittadini non devono preoccuparsi per questi controlli a tappeto e per la raccolta dei dati nell’archivio governativo. Essi si riferiscono ai movimenti dei veicoli: l’orario, la direzione e la posizione.
La rilevazione avviene attraverso telecamere a tecnologia avanzata, che sono state piazzate nei luoghi strategici sulle principali autostrade. In molti casi vengono registrate immagini di conducenti e passeggeri, che spesso permettono l’identificazione delle persone. Il fatto che i controlli avvengano in tempo reale fa sì che la polizia sia in grado di indirizzare le indagini verso i possibili sospettati.
Le telecamere in funzione, appartenenti al dipartimento antidroga e le cui registrazioni confluiscono nella banca dati, sono attualmente un centinaio. Non mancano i dubbi, come quelli espressi con chiarezza da Jay Stanley, un analista in forza all’Organizzazione americana per i diritti civili (Aclu): qualsiasi database che raccoglie informazioni su cittadini americani non sospettati di crimini pone pesanti interrogativi sulla riservatezza. Ed è inquietante che una tecnologia così pervasiva venga utilizzata in gran segreto, mentre occorrerebbe decidere pubblicamente, in maniera democratica. a alcuni documenti emerge che nel 2010 la polizia antidroga, grazie a questa tecnologia, ha sequestrato 98 chilogrammi di cocaina e circa 8.300 chilogrammi di marijuana, oltre ad avere confiscato 866 mila dollari (764 mila euro). Ma questo non elimina i dubbi sul fatto che il fine giustifichi i mezzi, soprattutto nel momento in cui le forze di polizia sequestrano veicoli, soldi e altro a sospetti criminali. Appunto, senza alcuna evidenza di crimine.
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