di Maria Elena Zanini
Nel primo trimestre 2015 l’economia italiana tornerà a crescere con una variazione attesa del +0,1%, anche se gli effetti sul mercato del lavoro non si vedranno a breve. Questa la fotografia scattata venerdì 27 febbraio dall’Istat nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana. Il modello di previsione di breve periodo, si legge più approfonditamente nella nota, segnala il ritorno a una crescita nel primo trimestre del 2015, con una variazione congiunturale reale del prodotto interno lordo prevista pari a +0,1%. Questo risultato è la sintesi del contributo ancora negativo della domanda interna (al lordo delle scorte) da una parte e dell’apporto favorevole della domanda estera netta dall’altra. Tra i segnali positivi per l’economia italiana l’Istat segnala il miglioramento delle opinioni di consumatori registrate a febbraio, che si affianca l’aumento della produzione industriale a dicembre e all’incremento del fatturato dei servizi registrato nel corso del quarto trimestre del 2014. Inoltre anche il clima di fiducia delle imprese italiane è risultato ulteriormente in aumento a febbraio (+7 punti rispetto a dicembre), grazie a rialzi significativi nei servizi di mercato e ad aumenti più contenuti nel settore manifatturiero e nel commercio al dettaglio. Nel Rapporto sulla competitività presentato sempre dall’Istat si segnala anche che nei primi tre trimestri dell’anno un’impresa manifatturiera su due ha aumentato il fatturato totale di almeno l’1% rispetto allo stesso periodo del 2013. Il miglioramento è evidente sia rispetto alla media annua del quadriennio 2010-2013 (quando un’impresa su due aveva registrato aumenti di fatturato di almeno lo 0,2% annuo) sia soprattutto rispetto al 2013 (-2,2% annuo sul 2012).
Sul fronte del lavoro, però, la situazione italiana continuano a presentare evidenti difficoltà. In particolare, il mercato del lavoro «non mostra chiari segnali di un’inversione di tendenza rispetto a quanto osservato negli scorsi mesi», segnala sempre l’Istat. Il tasso dei posti vacanti nei settori dell’industria e dei servizi è rimasto ancora stabile attorno allo 0,5% nel quarto trimestre 2014. La stazionarietà dell’indicatore, che perdura dall’ultimo trimestre del 2013, riflette la fase di stagnazione che si osserva dal lato della domanda di lavoro. In febbraio le attese di occupazione formulate dagli imprenditori per i successivi tre mesi continuano a variare tra i principali comparti produttivi, risultando in crescita nella manifattura, stabili nei servizi e in peggioramento nel settore delle costruzioni. (riproduzione riservata)