Il gruppo assicurativo potrebbe rilevare una quota della newco che avrà la proprietà del nuovo impianto e dare il nome alla struttura. Le banche finanzieranno 200 mln sui 300 complessivi

di Andrea Di Biase e Andrea Montanari  

Generali , la principale multinazionale italiana del settore finanziario, potrebbe fare concorrenza alla tedesca Allianz  non solo nel mercato delle polizze ma, a breve, anche in quello delle sponsorizzazioni sportive. Se il colosso di Monaco di Baviera è da anni presente nel mondo del calcio, dando il proprio nome allo stadio del Bayern (di cui è da poco diventato azionista) e ad altri quattro impianti sparsi per il mondo (l’Allianz  Stadium di Sidney, l’Allianz  Park di Londra, l’Allianz  Riviera di Nizza e l’Allianz  Palestra Italia di San Paolo del Brasile), le Generali , che attualmente sponsorizzano gli impianti dello Sparta Praga e dell’Austria Vienna, potrebbero presto legare il proprio brand al futuro impianto del Milan. Secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza da più fonti finanziarie, il gruppo guidato da Mario Greco avrebbe intavolato colloqui con il club rossonero per verificare l’opportunità di avere un ruolo nel progetto del nuovo stadio fortemente voluto da Barbara Berlusconi. I colloqui, che sarebbero ormai in fase avanzata, riguarderebbero la partecipazione del gruppo triestino al finanziamento dell’opera, il cui costo è stimato in circa 300 milioni di euro, e una successiva partnership tra le Generali  e il Milan relativa al naming right del nuovo stadio.

 

Nel dettaglio il progetto allo studio della dirigenza del Milan, che ha un costo complessivo di circa 300 milioni, prevede la costituzione da parte della società rossonera di un veicolo societario (newco) che si farà promotore dell’opera e che, una volta realizzata, ne avrà la proprietà. Questa società di nuova costituzione dovrebbe avere mezzi propri per circa 100 milioni, ma la dotazione di capitale non sarà portata esclusivamente dal Milan. Il piano prevede infatti che il club rossonero si faccia carico solo di una parte della dotazione iniziale, mettendo sul piatto circa 25-30 milioni. La quota restante dovrebbe arrivare da una serie di investitori istituzionali che rileverebbero quote della newco versando i 70-75 milioni rimanenti. Tra questi investitori, se i colloqui attualmente in corso dovessero sfociare in un accordo, potrebbero esserci anche le Generali , che poi legherebbero il proprio brand a quello del futuro impianto. Gli ulteriori 200 milioni necessari alla costruzione dell’opera sarebbero invece reperiti dalla newco attraverso un finanziamento da parte di un pool di banche, che vedrebbe capofila Intesa Sanpaolo .

 

Dal punto di vista finanziario, un’operazione così congegnata, limiterebbe l’impatto sui precari conti della società rossonera. Oltre a un esborso di cassa contenuto, infatti, il fatto che il Milan avrà solo il 25-30% della società proprietaria dello stadio consentirà al club, che al 31 dicembre 2013 (ultimo bilancio disponibile) aveva una posizione finanziaria netta negativa di circa 250 milioni, di non consolidare il debito acceso per finanziare l’opera.

Resta ancora da capire dove sorgerà il nuovo impianto. Nei giorni scorsi la società rossonera ha infatti presentato una manifestazione d’interesse alla Fondazione Fiera Milano  per costruire il nuovo stadio in zona Portello ed entro marzo si saprà se il progetto del Milan avrà la meglio sulle altre proposte di riqualificazione dell’area presentate. Non è dunque detto che sia il Portello a ospitare il nuovo stadio, anche perché, secondo alcuni esperti del settore, l’area non è sufficentemente ampia per accogliere lo stadio e le opere accessorie. Il toto-area è dunque ancora aperto e non è detto che (come anticipato da Milano Finanza) il nuovo impianto possa alla fine essere costruito sui terreni delle stesse Generali  nel quartiere di City Life. Sempre che il colosso assicurativo, che è anche un big del reale estate, decida di non procedere alla costruzione della terza torre.

Il progetto del nuovo stadio è comunque una tappa fondamentale per il Milan e per la Fininvest anche nell’ottica della ricerca di un socio di minoranza per il club. Ieri le agenzie parlavano di una smentita ufficiale da parte di Wanda, il gruppo del tycoon cinese Wang Jianlin che ha da poco rilevato il controllo di Infront e che era stato recentemente accostato al Milan. La ricerca di un partner rimane comunque una priorità per il club di Via Aldo Rossi. Lo dimostrerebbe il fatto che i consiglieri Antonio Marchesi e Alfonso Cefaliello sarebbero stati incaricati di predisporre un piano finanziario pluriennale funzionale a dare una valutazione puntuale del club. Il Milan, nonostante le ultime stagioni deludenti, continua a essere un club molto ambito non solo in Asia, ma anche negli Usa dove un fondo di investimento sarebbe pronto ad uscire allo scoperto. (riproduzione riservata)