di Anna Messia
Il gruppo assicurativo francese Axa guarda al futuro con ottimismo, mentre il raggiungimento degli obiettivi è ormai a portata di mano. Lo ha assicurato ieri il numero uno Henri de Castries in occasione della presentazione dei risultati 2014 a Parigi, chiusi con un utile di 5,02 miliardi, in crescita rispetto ai 4,48 del 2013. «Guardiamo l’avvenire con interesse, serenità e appetito», ha detto de Castries in un video diffuso dalla compagnia, dicendosi «molto ottimista» sul raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano strategico del gruppo. In particolare, l’obiettivo di riduzione dei costi (1,7 miliardi entro il 2015) è stato quasi raggiunto, con economie già realizzate per 1,6 miliardi (per 300 milioni nel 2014). «Arriveremo a più di 1,9 miliardi di risparmi sui costi generali», ha detto de Castries. «Nel 2014 tutte le nostre divisioni hanno segnato un aumento dei loro ricavi e abbiamo anche mantenuto la nostra disciplina nel sottoscrivere business redditizio e che consuma poco capitale e nel perseguire una gestione degli asset dinamica. Tutto questo ha contribuito all’ottima performance di Axa in modo duraturo». Risultati che hanno consentito al gruppo di aumentare anche il dividendo a 95 centesimi per azione, rispetto agli 81 centesimi dell’anno scorso, con un payout del 45%. Il gruppo nel 2015 conta inoltre di investire 450 milioni nella digitalizzazione e ha anche annunciato la creazione di un fondo dotato di 200 milioni di euro per investire nelle start-up innovative. Il direttore finanziario Gerard Harlin ha poi attribuito l’aumento dei profitti al positivo effetto delle valute, alla maggior efficienza operativa e all’espansione nei mercati emergenti. Harlin ha ventilato la possibilità che tale tendenza prosegua anche quest’anno alla luce del continuo deprezzamento dell’euro contro il dollaro Usa, il dollaro di Hong Kong e il franco svizzero e ha ribadito l’intenzione della compagnia assicurativa francese di proseguire la strategia di espansione in Paesi con economie ad alta crescita. Interpellato infine sulle possibili mosse in Italia in conseguenza del riassetto delle popolari, de Castries ha detto che «sul risparmio gestito il gruppo può all’esterno, ma non è particolarmente interessato all’acquisto di strutture di asset management classico». (riproduzione riservata)