di Anna Messia
Sono giorni decisivi per il destino di Adir, la compagnia di assicurazione controllata dal Comune di Roma. La società presieduta da Giorgio Gallone è finita nel mirino del sindaco Ignazio Marino, visto che è nel pacchetto delle partecipate che il Comune ha intenzione di dismettere per sistemare il bilancio. L’intervento su Assicurazioni di Roma, partecipata da Roma Capitale (74,35%,), ma anche da Atac (13,5%), Ama (9%) e Cotral Patrimonio (3,15%), prevederebbe addirittura la chiusura, con la messa in liquidazione. Una mossa da cui il Comune punterebbe a ottenere liquidità, considerando che lo statuto della compagnia prevede che l’azionista possa incassare la metà dell’utile di bilancio, mentre l’altro 50% deve essere messo a riserva. L’assegno sarebbe quindi di circa 13 milioni, considerando che il bilancio 2014 dovrebbe chiudersi con un risultato in forte crescita, oltre 26 milioni. Ma il piano del Comune potrebbe essere ostacolato dall’Ivass, l’istituto di vigilanza assicurativo, che tiene da tempo sotto controllo la compagnia. Non per l’andamento (da circa 16 anni Adir presenta bilanci in utile) ma perché alcuni soci non hanno ancora pagato premi di vecchie polizze. L’Atac, in particolare, deve ancora ad Adir più di 17 milioni e Cotral altri 11 milioni. Già da tempo è stato messo a punto un piano di rientro a rate, che i soci stanno rispettando, ma, soprattutto in caso di liquidazione, l’Ivass, come ha già fatto capire ai soggetti interessati, starà ben attenta al fatto che il patrimonio della compagnia non venga indebolito, a tutela degli assicurati. Insomma, il Comune rischia di rimanere a bocca asciutta. Mentre, in caso scegliesse di tirar fuori Adir dal pacchetto delle società da chiudere, quei 13 milioni di dividendo potrebbero essere utilizzati come liquidità, a disposizione dei soci per estinguere un’altra parte del debito residuo. A occuparsi della questione Adir sarà lunedì prossimo la commissione Bilancio del Comune, mentre nel frattempo i sindacati hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti sulla vicenda. (riproduzione riservata)