Il 2014 è un anno di tensioni per l’economia cinese, che deve confrontarsi con condizioni macro e microeconomiche divergenti. Si attendono numerose riforme dal terzo Plenum del 18° Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (CCPCC), ma Coface mette in guarda sui ai possibili effetti negativi sull’economia reale generati dagli interventi di riforma e dal rischio di credito connesso all’aumento dei costi di finanziamento.
Nel 2014, la crescita della Cina rimarrà stabile, sebbene in lieve rallentamento a 7,2 % su base annua. Il limitato obiettivo di crescita del PIL per il 2014 rispecchia la volontà del governo di accelerare le riforme. Ma esportazioni e investimenti dovrebbero migliorare, sulla scia della ripresa economica mondiale.
Il comunicato della Conferenza centrale sul lavoro economico sottolinea due temi chiave: l’accelerazione dell’urbanizzazione e il miglioramento della gestione del debito delle amministrazioni locali. In effetti il governo dovrebbe incoraggiare gli investimenti del settore privato in infrastrutture (soprattutto la costruzione di « reti di città » nelle regioni del Centro-Ovest e del Nord Est del Paese). Poiché il governo ha già precisato che la politica fiscale resterà stabile, è il settore privato che dovrebbe garantire il finanziamento di tali progetti.
Bisogna seguire l’aumento dei costi di finanziamento nel 2014. Con la liberalizzazione del tasso di prestito introdotta a luglio 2013, i prestiti bancari potrebbero adeguarsi alle leggi di mercato. L’inasprimento del mercato interbancario porterebbe a tassi bancari più alti. La liquidità potrebbe ridursi ulteriormente, data la necessità di obbligazioni societarie e debito degli enti locali per sopperire al fabbisogno di copertura nel 2014. La media ponderata dei tassi di finanziamento1 ha già cominciato ad aumentare gradualmente nel 2013, e questo trend dovrebbe proseguire nel 2014, considerando le condizioni di mercato. Una tendenza preoccupante per le PMI che, in generale, non hanno avuto facile accesso al credito da parte delle banche.
Acciaio e carbone: permangono alcuni rischi nonostante gli sforzi del governo per compensare la sovracapacità
A fronte dei propositi del governo di affrontare il problema della sovracapacità, le imprese di piccola dimensione e poco efficienti subiranno la pressione delle incertezze politiche e dell’aumento dei costi.
Acciaio: il tasso di utilizzo dell’industria di questo settore è rimasto basso nel 2013. Inoltre il rapporto tra passività e patrimonio netto delle medie e grandi acciaierie a novembre 2013 si è manutenuto ai massimi (231%). Un tasso simile dimostra che le acciaierie operano oggi con un livello di indebitamento più elevato. Con margini di profitto sui livelli attuali e date le difficoltà di generare flussi di liquidità, Coface ritiene che un aumento di questo rapporto dia luogo ad una maggiore esposizione di tali imprese al rischio di insolvenza e di mancato pagamento.
Carbone: il rischio legato alla domanda di carbone è in diminuzione, soprattutto a causa della riduzione della capacità e dell’introduzione di nuove norme ambientali in vari settori. Considerando l’ampia offerta, sia a livello locale che internazionale, e la domanda relativamente debole dai settori dell’acciaio e del cemento, è possibile che la dinamica di crescita osservata alla fine del 2013 si esaurisca e che il prezzo del carbone ristagni nel 2014 e oltre.
Auto, distribuzione ed elettronica : rischio moderato o medio, in virtù della forte domanda
Auto : l’attuazione di misure per controllare il numero di veicoli in diverse grandi città della Cina dovrebbe controbilanciare gli incentivi del governo per i veicoli più ecologici. Il rafforzamento delle relazioni tra Cina e Giappone potrebbe determinare effetti negativi sui produttori giapponesi.
Distribuzione: questo settore continua a registrare buone performance in termini di rischio di credito. Tuttavia, le prospettive sono offuscate da diversi fattori, in particolare gli sforzi del governo per contrastare la corruzione, il rallentamento della crescita dei redditi e delle spese per investimenti, i dazi doganali e l’IVA, nonché l’apprezzamento del yuan che stimola i consumi all’estero.
Elettronica e informatica : la domanda interna è rimasta relativamente vivace, ma i mercati dell’export di elettrodomestici hanno registrato una tendenza recessiva nel 2013, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. È possibile che il settore assista ad un recupero della domanda nel 2014, in concomitanza con la ripresa economica di queste regioni.