di Andrea Giacobino

Il salotto buono del Nord Est tiene duro su Assicurazioni Generali. Ferak, la finanziaria veneta controllata dagli Amenduni, Finint, Palladio e Veneto Banca ha deciso infatti di mantenere la quota dell’1,1% nel Leone di Trieste in carico a 457 milioni di euro, pari a 28,9 euro per ciascuno dei 15,8 milioni di titoli.

Nessuna svalutazione, quindi, nel bilancio chiuso allo scorso giugno, nonostante il gap palese rispetto all’attuale quotazione borsistica di Generali, che viaggia attorno a 15-16 euro: Maurizio Amenduni, presidente di Ferak, sottolinea nella relazione sulla gestione i buoni progressi del gruppo sotto la gestione di Mario Greco così che la finanziaria veneta non riscontra una «perdita durevole di valore» sul suo investimento. Oltre alla partecipazione diretta, Ferak ha un altro piede nel Leone tramite il 50,1% di Effeti, joint venture con Fondazione Crt che detiene il 2,2% di Generali: la quota di Effeti è rimasta in carico a Ferak per 150,3 milioni. C’è da osservare che Ferak possiede poi una manciata di titoli del gruppo di Trieste (103 mila) e di Mediobanca (725 mila) sui quali fa attività di trading – anche per abbassare potenzialmente il valore di carico della quota in Generali – mediante contratti derivati di opzioni put e call. Questa attività, che aveva generato nell’esercizio precedente ricavi per 21 milioni, ha invece evidenziato perdite per 4,8 milioni nel nuovo bilancio, determinando così un miniutile di poco più di 280 mila euro rispetto ai precedenti 15,7 milioni, nonostante i quasi 5 milioni di dividendi incassati da Generali. Ferak resta comunque solida, con riserve per 338 milioni. (riproduzione riservata)