L’Agricoltura è stata protagonista in quest’ultimo decennio di veri e propri record di denunce di malattia professionale. Il più clamoroso nel 2009 che ha visto in un solo anno più che raddoppiate le segnalazioni all’Istituto (1.832 nel 2008, 3.927 nel 2009) facendo registrare aumenti eccezionali anche nei due anni successivi, raggiungendo le 8mila denunce nel 2011. Nel 2012 finalmente una battuta d’arresto nella corsa delle denunce (7.748, circa 200 in meno, -2,8% rispetto al 2011) per un settore che non conosce contrazioni significative del fenomeno tecnopatico dal 1997; i primi dati per il 2013 sembrano però non confermare un’inversione di tendenza.
Il numero di denunce resta comunque elevatissimo anche nel 2012, al di sopra del dato 2010 e precedenti: bisogna risalire alla fine degli anni ’70 per trovare valori altrettanto elevati. A parziale giustificazione di tali aumenti, la maggiore consapevolezza delle tutele assicurative, grazie all’opera di sensibilizzazione da parte degli operatori del settore, in prima fila l’Inail, con conseguente emersione di patologie “nascoste” in un contesto caratterizzato storicamente dal fenomeno della sottodenuncia. Catalizzatori anche iniziative legislative quali il d.m. 09/04/2008 (nuovo elenco delle malattie “tabellate” con presunzione legale di origine lavorativa) che hanno inserito in tabella, facilitandone il riconoscimento, le principali malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico bio-meccanico e movimenti ripetuti.
Queste ultime sono ormai le patologie più frequenti, le vere protagoniste del boom di denunce che hanno scalzato nel tempo malattie tradizionali quali ipoacusie, respiratorie e cutanee. Nel 2012, oltre l’86% (6.703 su 7.748) delle denunce ha riguardato proprio l’apparato osteo-articolare e muscolo-tendineo (soprattutto affezioni dei dischi intervertebrali e tendiniti).
Fonte: Dati INAIL