Un tribunale olandese dell’Aja ha stabilito che Royal Dutch Shell può essere considerata in parte responsabile per l’inquinamento nella regione del Delta del Niger in Nigeria e ha condannato la compagnia a pagare i danni al proprietario di un terreno danneggiato gravemente dal petrolio fuoriuscito da un oleodotto, mentre altri 4 ricorsi sono stati respinti.
L’ammontare dei danni da pagare sarà annunciato prossimamente.
Il caso potrebbe creare un precedente importante per i risarcimenti dei danni relativi alle attività delle controllate in terre straniere delle compagnie multinazionali. Alle grandi compagnie petrolifere viene infatti accusato un comportamento poco responsabile nei paesi sottosviluppati
Quattro nigeriani ed il gruppo d’interesse Friends of the Earth hanno avviato la causa nel 2008 a The Hague, sede mondiale di Shell, chiedendo danni per mancati guadagni a causa della contaminazione del terreno e delle vie d’acqua nella zona del Delta del Niger.
I nigeriani – pescatori e contadini – hanno affermato di non riuscire più a nutrire le proprie famiglie a causa dell’inquinamento causato dal petrolio fuoriuscito dalle condutture e dalle strutture di produzione Shell.
L’inquinamento è un risultato delle maree nere nel 2004, 2005 e 2007.
Il Tribunale ha accolto alle tesi di Shell – che si è detta soddisfatta della sentenza – secondo cui la perdita è stata causata dal sabotaggio e non dalla mancata manutenzione degli impianti, come sostengono invece gli abitanti locali. Il Tribunale ha anche dichiarato che Shell ha comunque il dovere di prendere misure per prevenire i sabotaggi.