Royal Bank of Scotland pagherà oltre 600 milioni di dollari per risolvere le accuse legate allo scandalo per la manipolazione del tasso Libor nell’ambito dell’accordo di patteggiamento raggiunto con le autorità britanniche e statunitensi.
RbS dovrà pagare complessivamente una multa di 612,6 milioni di dollari al Dipartimento di Giustizia Usa, alla Commodity Futures Trading Commission e alla Financial Services Authority. Nel dettaglio la banca si e’ accordata per sborsare 87,5 milioni di sterline all’autorità britannica di vigilanza dei mercati finanziari, 325 milioni di dollari alla commissione statunitense di vigilanza degli scambi si derivati e 150 milioni di dollari al dipartimento statunitense.
Nell’ambito dell’accordo con il DoJ, RbS ha stupulato un cosiddetto Deferred Prosecution Agreement in merito ad un’accusa di frode e ad un’altra per violazione delle norme antitrust. La banca ha inoltre fatto presente come le accuse hanno riguardato in prevalenza 21 dipendenti, che hanno già lasciato la banca o sono già stati sottoposti ad azioni disciplinari.
RbS, che ha annunciato le dimissione del responsabile dell’investment banking John Hourican pur non avendo ricoperto alcun ruolo nello scandalo, ha quindi sottolineato come nessuna delle tre autorità sia arrivata alla conclusione che la banca abbia tenuto intenzionalmente una cattiva condotta. Inoltre, sempre secondo RbS, non sono emersi dall’indagine prove che suggeriscano iniziative intraprese dai top-manager per mantenere artificialmente bassi i tassi di interesse.
“Il consiglio di amministrazione di RbS riconosce come vi siano state gravi carenze nei nostri sistemi, nei nostri controlli e anche nella integrità di un piccolo gruppo di nostri dipendenti”, ha commentato il presidente Philip Hampton.
“Questo è un giorno triste per RbS, ma anche un anno importante per continuare a porre rimedio agli errori del passato”.
Grazie all’accordo raggiunto, la banca di Edimburgo è la terza ad aver raggiunto un compromesso per la risoluzione dello scandalo Libor. Lo scorso anno le autorità hanno infatti siglato accordi con Barclays e Ubs, comminando ai due istituti multe per un totale di 2,5 miliardi di dollari.
Prima che venissero annunciati i dettagli del patteggiamento l’amministratore delegato di RbS Stephen Hester ha colto l’occasione per esprimere la sua opinione sulla questione. Hester, in una comunicazione inviata ai dipendenti, ha definito il coinvolgimento nello scandalo “la più grande delusione nella storia della banca” e ha assicurato il massimo impegno per rispondere a tutti gli interrogativi legati alla vicenda e quindi “spiegare cosa e’ andato storto e quello che abbiamo fatto per risolvere il problema”.
“Ci assicureremo che i colpevoli vengano puniti”, ha garantito il numero uno dell’istituto scozzese sottolineando come l’opinione pubblica sia “comprensibilmente” molto interessate a RbS visto che l’81% del capitale e’ detenuto dal governo di Londra.
A tal proposito il segretario di Stato per affari economici Vincent Cable, parlando alla Bbc Radio, ha escluso la possibile dismissione della partecipazione statale nell’immediato smentendo così indiscrezioni del Financial Times. “Non vi e’ alcuna prospettiva immediata per rendere di nuovo privata RbS”, ha spiegato Cable confermando comunque come una delle opzioni sia di distribuire ai contribuenti le azioni dell’istituto. L’opzione sarà però messa sul tavolo del governo solo dopo le elezioni del 2015. “Il mio partito ha sostenuto questa opzione e vogliamo mantenerla in vita. Non c’è alcuna prospettiva immediata che ciò avvenga, ma abbiamo comunque bisogno di discuterla”, ha aggiunto.