Dopo avere riformato qualche giorno fa le regole per le ispezioni, assimilando le procedure dell’Ivass a quella della Banca d’Italia, il nuovo presidente dell’autorità di controllo delle assicurazioni, Fabrizio Saccomanni, ha deciso ora di stringere la presa sui bilanci delle compagnie. In una lettere inviata al mercato ha chiesto alle imprese di fornire anticipazioni sui conti 2012 che saranno portati all’attenzione dei consigli di amministrazione nelle prossime settimane.
Dati che il responsabile dell’Istituto, che è anche direttore generale della Banca d’Italia, vuole avere a disposizione a stretto giro di posta, entro il 1° marzo.
Da verificare è soprattutto l’effetto sul settore dell’applicazione dei decreti anticrisi che sono stati modificati a luglio scorso e che hanno iniziato a dispiegare i loro effetti proprio sui bilanci 2012. L’obiettivo era quello di sterilizzare le eventuali minusvalenze provocate dalle svalutazioni sui titoli del debito pubblico e di evitare di costringere le imprese a rafforzare il patrimonio. Un nodo cruciale per il settore assicurativo italiano, che nei titoli di Stato ha investito più di 230 miliardi di euro, visto che per le compagnie italiane non c’è alcun limite al loro impiego. A differenza, per esempio, delle imprese assicurative tedesche, che sui titoli di Stato non possono investire più del 30% del loro patrimonio
Tale salvagente a luglio scorso è stato limitato ai titoli governativi dell’Unione europea (mentre i primi decreti anticrisi, partiti nel 2008, valevano anche per le azioni e le altre obbligazioni) ma che è stato esteso fino all’introduzione delle nuove regole contabili Solvency II. Quest’ultima riforma inizialmente sembrava dovesse entrare in vigore nel 2014, ma invece continua a subire rinvii, tanto che a questo punto le norme anticrisi, che dovevano avere carattere emergenziale, rischiano invece di diventare la prassi per le imprese italiane ed evidentemente l’Ivass vuole avere un quadro preciso e dettagliato delle situazione per muoversi d’anticipo.
Perché se è vero che i bilanci 2012 delle compagnie, almeno dalle prime indicazioni, sembrano positivi (grazie in particolare alla ripresa dell’Rc Auto registrata lo scorso anno e al buon andamento del ramo Vita), mentre l’allarme rosso sugli spread dei titoli di Stato è in gran parte rientrato, c’è un altro elemento da considerare. Secondo quanto previsto dalle norme, infatti, l’Istituto di controllo potrà imporre alle imprese che scelgono di utilizzare ancora l’anticrisi di adottare «provvedimenti restrittivi o limitativi concernenti la distribuzione di utili o di altri elementi del patrimonio», chiedendo quindi alle compagnie di contenere i dividendi pagati agli azionisti, intervenendo sulle decisioni che cominceranno a emergere nei cda chiamati nei prossimi giorni ad approvare i conti. Forse anche per questo l’Ivass ha deciso di richiedere in anticipo alle imprese i numeri sui bilanci individuali 2012 e «i nuovi dati consentiranno la rilevazione dei titoli emessi da Stati dell’Unione europea che abbiano avviato una procedura di ristrutturazione del debito», ha chiarito l’istituto nella lettera spedita al settore. Queste ultime informazioni dovranno essere trasmesse delle imprese entro il 15 marzo prossimo. (riproduzione riservata)