Gi analisti guardano alle performance dei diretti concorrenti e arrivano alla conclusione che, per Mediolanum, c’è spazio per una crescita del titolo in Borsa (scivoloni dei mercati a parte, naturalmente). Rispetto a Banca Generali e ad Azimut, la società di Ennio Doris ha recuperato di più nell’ultimo semestre (più 61,3 per cento il titolo contro il più 58 della rete di promotori del Leone di Trieste e il 54,1 dell’altro concorrente). Tuttavia, a un anno e a due anni la società rimane ancora indietro rispetto ai peers. Rispetto a 365 giorni prima il recupero di Mediolanum è stato del 47,2 per cento, quello di Banca Generali il 109,7 per cento e quello di Azimut il 112,4. A due anni la rete di Doris ha avuto una performance positiva del 32,7 per cento, contro il 79,9 di Banca Generali e il 55,1 di Azimut. Come si vede, si tratta di un buon momento per le società che gestiscono reti di promotori finanziari, molto più aggressive delle banche nel contatto con i clienti. Tuttavia, le tre società leader del mercato hanno modelli di business leggermente differenti. Azimut, ad esempio, vende prodotti fatti in casa oltre che quelli di altre società d’investimento con cui c’è un accordo. Banca Generali, invece, è completamente priva di prodotti propri, come Mediolanum, del resto. Tra queste ultime due la differenza sostanziale è che la rete del Leone di Trieste lascia liberi i propri promotori di decidere tempi e modi dell’asset allocation dei clienti, mentre Ennio Doris obbliga i propri consulenti finanziari ad agire nelle gabbie prestabilite. Per il 2012 si prevedono 364 milioni di utili netti; nel 2013 e 2014 si dovrebbero attestare a un livello inferiore del 10 per cento circa. (a. bon.)
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