Il Crédit Agricole è uscito completamente dall’azionariato di Intesa Sanpaolo ma, a differenza di quanto fatto in Grecia con la cessione di Emporiki, non intende abbandonare il mercato italiano, dove è presente non solo nel commercial banking attraverso il gruppo Cariparma, ma anche nell’investment banking, tramite Cacib, nel credito al consumo con AgosDucato e Fga Capital (la joint venture con Fiat), nel risparmio gestito con Amundi, nel leasing e nel settore assicurativo.
D’altra parte la banque verte ha una conoscenza approfondita dell’Italia, dove ha iniziato a operare sul finire degli anni 70 e dove ha compiuto un primo salto di qualità nel 1989, quando il Crédit Agricole strinse un sodalizio con Giovanni Bazoli entrando nel capitale del Banco Ambroveneto, diventando così uno dei principali azionisti della futura Banca Intesa. Un’esperienza che si è recentemente chiusa, con la cessione, necessaria a ottemperare le richieste dell’Antitrust, della partecipazione residua in Intesa Sanpaolo, ma che ha consentito all’Agricole di avere una presenza diretta sul mercato italiano attraverso Cariparma, Friuladria, Cr Spezia e con gli sportelli acquistati sempre da Ca’ de Sass. Proprio l’Italia sarà uno dei focus del prossimo piano strategico del gruppo francese, che dovrebbe essere presentato in autunno. L’obiettivo dovrebbe essere creare maggiori sinergie tra la banca commerciale, guidata dall’ad Giampiero Maioli (che è anche senior country officer del gruppo Crédit Agricole in Italia) e gli altri settori dove l’Agricole è presente. Sul futuro delle attività italiane qualche indicazione è arrivata anche nel corso della presentazione dei risultati. Chifflet ha infatti sottolineato che, una volta completata l’attuale fase di consolidamento,si potràtornare a pensare all’espansione, ricordando come il Crédit Agricolesia in grado di reagire velocemente alle opportunità che sidovessero presentare.
Per quanto riguarda invece il 2012, il gruppo Cariparma Crédit Agricole ha realizzato un nel 2012 un utile preconsuntivo di 186 milioni. La raccolta diretta si è attestata a 35,6 miliardi (+5,5%) e gli impieghi a 33,4 miliardi (-1,2%) con una crescita significativa del credito alle famiglie (+4,2%). La banca parmigiana, secondo quanto riferito dai vertici dell’Agricole, avrebbe inoltre ricevuto un giudizio molto positivo da parte della Banca d’Italia e non c’è stata alcuna richiesta di aumento di capitale. (riproduzione riservata)