Non si arrestano gli attacchi dei pirati alle navi. L’ultimo caso ha interessato la petroliera francese Gascogne, battente bandiera lussemburghese, sequestrata nel Golfo di Guinea, al largo della Costa d’Avorio. Il governo di Parigi ha reso noto che l’equipaggio era formato da 19 togolesi. L’atto di pirateria è avvenuto in acque internazionali, a oltre 300 chilometri dalla costa.
Non è che l’ultimo caso di una lunga serie.
A metà gennaio un’altra petroliera, battente bandiera panamense, era stata attaccata durante la sua permanenza nel porto di Abidjia, sempre in Costa d’Avorio, dove gli attacchi stanno crescendo in maniera esponenziale. I 16 membri dell’equipaggio erano stati sequestrati e il carico interamente sottratto. Nell’ottobre scorso un tank greco aveva subìto un simile trattamento nello stesso luogo e i pirati erano fuggiti.
Sui un totale di 58 incidenti individuati dall’Ufficio marittimo internazionale sulla costa occidentale dell’Africa nel corso del 2012, sfociati nella presa in ostaggio di 207 marinai, quasi tutti sono avvenuti in quest’area. Il fenomeno comincia a preoccupare seriamente l’Unione europea: il 13% delle importazioni di petrolio e il 6% di quelle di gas arrivano da questa regione. Bruxelles ha deciso di varare il piano Crimgo (rotte marittime critiche del Golfo di Guinea), che punta a rafforzare la formazione dei guardacoste e lo scambio di informazioni sugli atti di pirateria in sette nazioni del golfo: Gabon, isole di Sao Tomé e Principe, Guinea equatoriale, Camerun, Nigeria, Benin, Togo.
La Nigeria, primo produttore di greggio nel continente africano, da molto tempo è il paese più colpito dalla piaga dei pirati: dal 2008 a oggi sono stati recensiti 98 casi. Soltanto nel 2012 metà degli episodi ha riguardato la Nigeria. Il fenomeno sta però avanzando anche in Togo, dove gli attacchi sono saliti dai cinque del 2011 ai 15 dello scorso anno. Nemmeno la Costa d’Avorio, che attualmente non fa parte del programma di lotta alla pirateria, è ormai esente da questi atti criminali. I pirati, che sembravano appartenere ai miti passati, sono tornati d’attualità. Soltanto una scorta armata adeguata sarebbe in grado di scongiurare gli attacchi, ma evidentemente una contromisura del genere non è immaginabile per tutte le navi.
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