di Anna Messia
Manca ancora qualche settimana prima che la questione entri nel vivo, ma l’appuntamento è già scritto nero su bianco nell’agenda del neo-presidente dell’Ania Aldo Minucci. Si tratta delle riorganizzazione dei vertici dell’associazione che rappresenta le assicurazioni, a proposito della quale negli ambienti finanziari circola più di un’indiscrezione. Tra il nodo-spread, il ciclone del decreto Liberalizzazioni e lo spinoso fascicolo del rinnovo del contratto assicurativo, Minucci dovrà presto affrontare anche la questione della risistemazione delle poltrone di vertice dell’Ania. Il tutto potrebbe partire dall’imminente rinnovo del vertice della Federazione Abi-Ania, l’associazione tra banche e compagnie di assicurazione, che nel 2011 si è allargata anche ad Assogestioni (società di gestione), cambiando nome in Febaf. A maggio il mandato dell’attuale presidente della Federazione, Corrado Faissola, arriverà alla scadenza naturale. E questa volta toccherà alle compagnie di assicurazione nominare il nuovo presidente. Il vecchio statuto sottoscritto tra Ania e Abi (stilato in base al lodo Abete-Patuelli, che aveva consentito di sboccare nel 2010 la salita di Giuseppe Mussari al vertice dell’Abi) aveva fissato per legge la staffetta tra le due associazioni. Per due anni sarebbe toccato all’Abi e poi, per il biennio successivo, all’Ania. Il nuovo statuto, riscritto con l’ingresso di Assogestioni nella federazione, non è così rigido: secondo l’articolo 9, il consiglio direttivo deve elegge il presidente «scegliendo tra personalità eminenti del mondo dell’industria bancaria, assicurativa e finanziaria». E l’elezione deve avvenire con il voto favorevole dell’Abi e dell’Ania. La scelta quindi non è più vincolata, ma negli ambienti finanziari appare scontato che nel prossimo biennio il vertice della federazione, nata per promuovere il ruolo dell’industria bancaria, assicurativa e finanziaria in Italia, sarà affidato a un rappresentate delle compagnie di assicurazione. Il nome che circola con insistenza è quello dell’attuale direttore generale dell’Ania Paolo Garonna. Qualche indicazione potrebbe arrivare già il prossimo 20 marzo, quando si riunirà il consiglio direttivo Febaf, che tra l’altro sarà chiamato a nominare Aldo Minucci come nuovo vicepresidente (conseguenza naturale dell’addio di Fabio Cerchiai alla presidenza Ania), accanto agli altri due vicepresidenti, Domenico Siniscalco (presidente Assogestioni) e Giuseppe Mussari (presidente Abi). Il passaggio di Garonna al vertice Febaf, a cui già nei mesi scorsi il professore della Luiss ha dato impulso con attività di carattere scientifico e internazionale (grazie anche alla sua esperienza alle Nazioni Unite come vicesegretario esecutivo), provocherebbe però effetti a cascata in Ania. Un candidato papabile per la poltrona di direttore generale Ania è infatti Dario Focarelli, capoeconomista dell’associazione, la cui eventuale nomina renderebbe necessaria la designazione di un nuovo responsabile dell’ufficio studi. (riproduzione riservata)