Royal Bank of Scotland raddoppia le perdite, ma paga ancora maxibonus per il 2011. A dispetto di un rosso da 1,99 miliardi di sterline (2,3 miliardi di euro), l’istituto di credito, controllato da Sua Maestà, versa infatti ai suoi banchieri un miliardo di sterline di bonus. Una vicenda che decisamente non piace all’opinione pubblica britannica alle prese con l’inasprimento della tassazione per mantenere in piedi il sistema finanziario del Paese. Ma ieri il titolo Rbs ha segnato un rimbalzo non da poco (superiore al 5%), anche se ormai a livelli da penny stock l’azione vale decisamente meno dei 50 pence che il prezzo medio con cui lo Stato ha pagato la sua quota.
Rbs ha dovuto svalutare i titoli di Stato greci in portafoglio (1,1 miliardi) e una serie di altri asset. La divisione investment banking ha visto letteralmente crollare i propri utili del 54% riflettendo le difficili condizioni di mercato. E per domani, come anticipato dal management della banca, non c’è da attendersi un futuro roseo. «Le difficoltà economico e regolamentari proseguiranno nel 2012», ha spigato l’istituto britannico in una nota, facendo anche riferimento alla separazione obbligatoria delle attività retail da quelle dell’investment. Il chief executive Stephen Hester ha poi fatto capire che per il futuro la priorità dell’istiuto sarà il rafforzamento del proprio bilancio e la riduzione degli asset a rischio in portafoglio. Per realizzare questo obiettivo già in gennaio Rbs aveva annunciato il taglio di 3.500 posti di lavoro e la riduzione dei bonus del 43% sul precedente esercizio. Ma la spesa complessiva per gli inglesi è ancora eccessivamente elevata. Soprattutto se si considera che Rbs è stata salvata dal tracollo dallo Stato nel 2008 quando aveva totalizzato ben 24 miliardi di sterline di perdite. Il governo, cui oggi fa capo l’82% del capitale di Rbs, fu costretto a intervenite con una ricapitalizzazione costata decine di miliardi.