Nel mese di gennaio i premi per nuove polizze individuali sulla vita raccolti in Italia da imprese italiane e rappresentanze di imprese extra-U.E., comprensivi dei premi unici aggiuntivi, sono stati pari a € 3,4 mld, in calo del 38,6% rispetto allo stesso mese del 2011, risultando peraltro il valore di raccolta più modesto rispetto a ciascun mese dell’anno precedente, con la sola eccezione della nuova produzione emessa nel mese di agosto 2011.
Includendo anche l’attività del campione delle imprese U.E., nel mese di gennaio i nuovi premi complessivi sono stati pari a € 3,5 mld, in calo del 43,2% rispetto al primo mese dell’anno precedente.
Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., nel mese di gennaio i premi afferenti a nuove polizze tradizionali di ramo I e V, a fronte di un ammontare pari a € 2,9 mld complessivi, risultano in calo del 39,3% rispetto allo stesso mese del 2011 mentre la contrazione diminuisce al 3,0% se il confronto viene effettuato con la raccolta del mese precedente (dicembre 2011). Questi nuovi premi rappresentando l’86% del totale, risultano la scelta prevalente degli assicurati. I prodotti “linked”, pari a € 475 mln, costituiscono la quasi totalità della nuova produzione residua e registrano nel mese di gennaio una significativa diminuzione rispetto a gennaio 2011 (-34,1%); tale contrazione è dovuta esclusivamente alle polizze unit (-41,6%) e compensata solo in minima parte dall’aumento di premi per nuove polizze index rispetto a gennaio 2011. I contributi relativi a nuove adesioni individuali a forme previdenziali crescono invece del 15,8% rispetto a gennaio 2011 mentre diminuiscono del 66,6% rispetto al mese precedente, quando ammontavano a € 182 milioni. Il numero delle polizze/adesioni complessivo per il totale dei rami è stato pari a 232 mila, in diminuzione del 12,6% rispetto a gennaio 2011. Si evidenzia, inoltre, che l’11% delle imprese, rappresentative solo del 2% del mercato in termini di premi, ha registrato nel mese di gennaio una raccolta superiore all’analogo periodo dell’anno precedente e che circa il 40% (per una quota premi pari al 53%) ha ottenuto un risultato superiore alla variazione media di tutte le imprese italiane ed extra-U.E. (-38,6%).
Nel primo mese del nuovo anno la tipologia di contratto a premio unico costituisce la modalità di versamento più prescelta dagli assicurati, per una percentuale pari al 93% del totale in termini di premi e al 53% in termini di numero di polizze. Sempre nel mese di gennaio l’importo medio dei premi unici è stato di circa € 25.300 mentre quello dei premi annui e ricorrenti ha raggiunto rispettivamente il valore di € 1.200 e € 3.200. Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – il decremento del volume premi a gennaio si ridurrebbe dal 38,6% al 29,0%. La maggior parte della nuova produzione deriva dalla raccolta effettuata mediante reti finanziarie (sportelli bancari e postali e promotori finanziari), alle quali afferisce l’85% dei premi emessi; nel dettaglio, gli sportelli bancari e postali mantengono anche nel mese di gennaio la quota prevalente di raccolta con il 67,2% del totale, seppure in calo significativo rispetto allo stesso mese del 2011. Negativo, ma in misura inferiore, il tasso di variazione delle reti agenziali, sia quelle in appalto che in economia. I volumi di nuovi affari intermediati dai promotori finanziari risultano invece in leggero aumento rispetto a gennaio 2011 mentre risultano in contrazione del 20,2% se calcolati rispetto al mese precedente. La ripartizione dei premi per canale evidenzia come le reti finanziarie abbiano collocato quasi esclusivamente premi unici mentre le reti assicurative raccolgano anche una quota significativa di premi periodici. Calcolando i premi di gennaio mediante la misura APE sopra descritta, lo scostamento della quota raccolta dalle diverse reti si ridurrebbe: la quota riconducibile alle reti finanziarie passerebbe dall’85% al 73% mentre quella afferente alle reti assicurative salirebbe dal 15% al 27%.
Fonte: ANIA Trends