Il 2012 è iniziato all’insegna della negatività per l’industria italiana del risparmio gestito che a gennaio ha registrato deflussi per 3,9 miliardi di euro. È quanto emerge dai dati raccolti e diffusi da Assogestioni, l’Associazione italiana delle Sgr guidata da Domenico Siniscalco. In particolare, le gestioni collettive hanno segnato un passivo di 3,2 miliardi di euro, mentre il saldo delle gestioni di portafoglio si è attestato a -791 milioni. Si sono registrati, invece, dati positivi per la raccolta dei mandati istituzionali, che hanno raccolto 24 milioni, e per i fondi chiusi che hanno archiviato il mese con un attivo di 63 milioni.
A dipsetto dei deflussi, il patrimonio complessivo si è rinforzato grazie all’attività di gestione e all’andamento positivo dei mercati, chiudendo il meso a 947,7 miliardi. Gli asset del settore risultano equamente distribuiti tra gestioni di portafoglio (50,5%) e gestioni collettive (49,5%).
Nell’ambito delle sole gestioni collettive, il 64% del patrimonio, circa 274 miliardi, è gestito da prodotti di diritto estero. Ai fondi di diritto italiano sono affidati 152 miliardi. Guardando, infine, alla singole società di gestione, i deflussi hanno interessato molte delle principali Sgr. Ma fuoriuscite particolarmente importanti hanno interessato soprattutto il gruppo Generali e Pioneer (gruppo Unicredit). Per Generali il saldo di gennaio è negativo per 1,3 miliardi, dovuto quasi interamente alle gestioni di portafoglio istituzionali, m,entre il rosso di 1,3 miliardi di Pionner è dovuto per 0,9 miliardi ai fondi aperti e per 0,2 miliardi alle gestioni di portafoglio retail.
Poche le realtà che sono riuscite a chiudere il mese con un bilancio positivo. Tra queste, Mediolanum (+116 milioni), Allianz (+11,6 milioni), Axa (+89,6 milioni), Credit Suisse (314,9 milioni), Arca (223 milioni) e Azimut (112,9 milioni).