Mentre sale la tensione tra le due fazioni che si contendono Fondiaria-Sai, da una parte Unipol (sostenuta da Mediobanca) e dall’altra Palladio-Sator, gli analisti guardano a Milano Assicurazioni. Forte di un margine di solvibilità al 175%, la controllata al 61% di Fonsai (il cui margine è persino inferiore al 90%) è sempre stata considerata un boccone appetibile. Al punto che qualcuno ha ipotizzato che le mosse della finanziaria veneta e del private equity guidato da Matteo Arpe, saliti appena sopra l’8% di Fonsai attraverso un patto di consultazione che dovrebbe scadere il 30 settembre, potrebbero essere finalizzate a mettere le mani proprio sulla Milano. Non a caso, nelle ultime due sedute di Piazza Affari, la compagnia è stata presa di mira dagli acquirenti più della controllante (ieri ha guadagnato l’1,49% a 0,2923 euro e il giorno prima quasi l’11 per cento). «Il valore di carico di Milano in Fonsai – spiegavano ieri in una nota informale gli analisti di Akros – è circa di 1,2 euro per azione, anni luce dai prezzi correnti. Ma Fonsai potrebbe comunque vendere la partecipata anche in perdita, dopo l’aumento di capitale. Stimiamo un prezzo minimo di cessione a 0,6 euro, sull’assunzione che Fonsai debba mantenere un solvency al 130% minimo». Se così fosse, si tratterebbe di una bella differenza rispetto alle quotazioni correnti. Non stupisce quindi che gli stessi esperti di Akros indichino come possibile azione di Borsa per gli investitori l’acquisto della Milano, sulla scommessa di cessione da parte della controllante. «Non vediamo alcun rischio di aumento di capitale – notano – il vero rischio, semmai, è l’eventuale rapporto di concambio con Fonsai». Va ricordato che l’operazione disegnata da Mediobanca prevede una integrazione a quattro tra Unipol e le tre società dei Ligresti: Premafin, Fonsai e Milano. Tuttavia, concludono da Akros, «se salta l’operazione con Unipol, il rischio decade». Nel frattempo, Consob continua a raccogliere informazioni: se due giorni fa è stato sentito Roberto Meneguzzo di Palladio, ieri a varcare la porta dell’Authority è stato il direttore generale di Fonsai, Piergiorgio Peluso. Quest’ultimo, nonostante l’amicizia di vecchia data con Arpe (si conoscono dai tempi di Capitalia), starebbe difendendo la validità delle nozze tra Fonsai e la compagnia bolognese. La prossima settimana potrebbe essere ascoltato in Consob lo stesso Arpe. Ieri il numero uno di Axa, Henri De Castries, circa un possibile interesse per Fonsai, ha replicato: «Non commentiamo mai le voci di mercato»; ma ha smentito seccamente un interesse per Mps.