Il sistema bancario francese alla prova di resistenza. Le perdite eccezionali di Dexia da un lato, il primo rosso della quotata Crèdit Agricole. Due storie diverse che raccontano come il Paese stia accusando il colpo della crisi dei debiti sovrani e degli asset tossici.
Per quanto riguarda Dexia, ieri il management, dopo aver annunciato un rosso annuo di 11,6 miliardi di euro legato anche ai costi di smantellamento dell’istiturto di credito, ha chiesto a Bruxelles di esprimersi sul piano di salvataggio che comporta garanzie per 90 miliardi di euro da parte di Francia e Belgio. Come ha precisato la banca in una nota, l’assenza di un adeguato sostegno da parte pubblica «potrebbe avere un impatto sulla situazione di continuità operativa di Dexia ed estendere le tensioni sulla liquidità e solvibilità del gruppo». E del resto la sola perdita del 2011 rappresenta oggi più di 19 volte la capitalizzazione di Borsa della banca che vale circa 600 milioni di euro.
Quanto all’Agricole, invece, il rosso del quarto trimestre è stato superiore alle attese (tre miliardi di euro) a causa della svalutazione degli asset greci (per 220 milioni di euro). Così sull’intero esercizio, la perdita della banca verde ammonta a ben 1,47 miliardi di euro. Cifre importanti per un’istituto di credito che aveva puntato molto sulla Grecia acquistando la banca Emporiki e che si è trovata invece a fare i conti con il profondo dissesto finanziario del Paese. Di qui il pesante giudizio degli investitori che ieri hanno fortemente penalizzato il titolo (in calo del 4,01%).