DI BENEDETTA PACELLI
Agenti di assicurazione plurimandatari. Licenze dei taxi affidate ai sindaci. Ma sulle professioni pochi spiragli per modifi che alla norma sulle tariffe. I senatori cercano l’accelerazione sul decreto liberalizzazioni e tra una sforbiciata e una dichiarazione di inammissibilità alla valanga di emendamenti che, comunque, si assottiglia sempre di più, nella giornata di oggi potrebbe arrivare il voto sul dl 1/2012 in Commissione industria. Dove il lavoro sta procedendo a passo di carica per rispettare i tempi previsti e soprattutto per effettuare la necessaria sintesi tra la posizione di alcuni gruppi parlamentari e quella del governo. Nel frattempo, ieri, seppure subito smentita da uno dei due relatori al provvedimento Simona Vicari (Pdl), è arrivata la prima quadratura del cerchio su banche, tasse e assicurazioni. Solo se dovesse naufragare l’intesa tra i relatori, che appare, comunque, a buon punto, si procederebbe per gradi successivi: l’esame dei gruppi che sostengono il governo oppure, in estrema ipotesi, un rinvio delle questioni più spinose sul tavolo del premier Mario Monti. Durante il dibattito di ieri, poi, altri 31 emendamenti (oltre i 72 già stralciati martedì) agli articoli dall’11 al 20 sono stati dichiarati inammissibili dalla commissione a causa dell’estraneità di materia. Il relatore Filippo Bubbico (Pd) ha comunque fatto sapere che saranno circa una quarantina le questioni centrali sulle quali, in commissione, si tenterà di trovare una sintesi politica. I tempi stretti sono scanditi dalla pressione del presidente Schifani, che parla comunque di un clima «sereno» e «costruttivo» sottolineando l’impegno di ogni gruppo parlamentare «per migliorare il decreto e introdurre delle modifi che che lo rafforzino. Alcuni punti devono essere ancora affrontati e defi niti. La prossima settimana sarà la più strategica ». In ogni caso su taxi, farmacie e banche anche se non si può parlare di intesa defi nita, si può almeno pensare a qualche passo in avanti. Per l’annoso capitolo che riguarda i taxisti, l’intesa potrebbe essere improntata a un emendamento secondo il quale sarebbe riportato in capo ai sindaci la decisione sulle licenze, che invece il decreto affi dava a una Autorità per i trasporti. Questa però avrà dei poteri di vigilanza, compresa la possibilità di dare indicazioni ai Comuni. Se questi non si adegueranno, il governo può nominare un commissario ad acta. Per quanto riguarda le banche l’emendamento di sintesi al quale lavorano i relatori prevede non solo che le banche siano obbligate a proporre due polizze vita diverse al cliente che sottoscrive un mutuo, ma anche che quest’ultimo possa invece cercarsi da solo una polizza sul mercato e sottoscrivere quest’ultima. Per quanto riguarda le assicurazioni, ci si sta indirizzando verso la possibilità degli agenti di essere plurimandatari, cioè di rappresentare più di una compagnia. Verrebbe anche espunta la norma sulle carrozzerie, prevista nel decreto, in base alla quale l’indennizzo è solo del 30% se la riparazione dell’auto viene fatta da un carrozziere non convenzionato. Uno dei fronti più caldi è poi quello che interessa i professionisti: sui 180 emendamenti relativi all’articolo 9 presentati, 6 chiedono di sopprimerlo per intero e altri propongono di cancellare solo la norma che abroga le tariffe professionali, lasciare invariato il comma che riguarda il tirocinio ampliando il ruolo delle categorie e modifi – care quello sulla pattuizione del compenso al momento del conferimento dell’incarico, mantenendo il riferimento alle tariffe. Per quanto riguarda, invece, il capitolo farmacie è lo stesso ministro della salute Renato Balduzzi a parlare «di alcune piccole modifi che, ma senza stravolgere l’impianto del testo». Qualche emendamento, invece, chiederebbe l’innalzamento da 3.000 a 3.800 o anche 3.500 del numero di abitanti in cui ci deve essere almeno una farmacia e paletti per quelle che dovranno sorgere nelle stazioni, negli aeroporti o negli ipermercati. Sui farmaci c’è chi poi propone di estendere la vendita di quelli di fascia C anche nelle Parafarmacie e chi invita a togliere la norma che impone ai medici di indicare nella ricetta il farmaco generico. ©Riproduzione riservata