Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

I fondi pensione fanno il bis sul fronte dei rendimenti. L’anno appena chiuso è il secondo di fila con risultati positivi. In base ai dati raccolti da MF-Milano Finanza, per i negoziali il rendimento medio netto nel 2024 è stato del 6,09%, il triplo del trattamento di fine rapporto (tfr) che nel periodo si è apprezzato dell’1,93%. Una dinamica simile al 2023 quando la performance dei negoziali era stata del 6,7% con un tfr che era salito dell’1,6%. La liquidazione che resta in azienda, e non viene versata i fondi pensione, rappresenta la classica asticella di confronto delle performance dei prodotti di previdenza integrativa, e ogni anno si rivaluta dell’1,5% fisso più il 75% dell’indice di inflazione Istat. Il ridimensionamento dell’aumento dei prezzi al consumo ha frenato l’apprezzamento del tfr, mentre il buon andamento dei mercati azionari, nel 2023 e nel 2024, ha sostenuto i rendimenti.
L’ordinamento italiano si è dotato di due meccanismi automatici per fronteggiare l’invecchiamento della popolazione: la revisione periodica dei coefficienti di trasformazione nel metodo di calcolo contributivo e l’indicizzazione della età pensionabile alla speranza di vita. L’Italia è uno dei pochi Paesi, assieme alla Finlandia e al Portogallo, in cui sono entrambi vigenti. Per quel che riguarda i coefficienti di trasformazione va ricordato come nel metodo di calcolo contributivo quando si andrà in pensione il montante viene convertito in rendita utilizzando proprio i coefficienti di trasformazione per età. Più aumenta in prospettiva la speranza di vita, in sostanza, maggiore sarà il numero di anni sul quale spalmare il montante contributivo del lavoratore sotto forma di pensione. Sono quindi più bassi a età pensionabile inferiore. La periodicità di revisione era inizialmente decennale per poi diventare triennale e biennale dal 2021.
L’appuntamento clou è per lunedì 20 quando il consiglio di amministrazione di Generali esaminerà l’operazione di alleanza nell’asset management tra la compagnia triestina e i francesi di Natixis che potrebbe portare ad una newco da poco meno di 2 mila miliardi di asset, partecipata al 50% dai due soci, anche se Natixis dovrebbe metterci 1.200 miliardi e Generali 650 miliardi. Un appuntamento che sarà preceduto da un comitato investimenti domenica, cui Generali si presenterà un po’ più forte considerando che venerdì 17, Generali Investments, la società di asset management del gruppo, e Mgg Investment Group, società di investimenti specializzata in prestiti diretti privati con circa 5 miliardi di dollari di attivi in gestione, hanno annunciato un accordo.
Entra nelle fasi finali l’opa lanciata da Banca Generali su Intermonte. L’offerta chiude venerdì 24 gennaio e, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l’istituto guidato dall’ad Gian Maria Mossa può già contare sull’80% circa delle azioni depositate, comprese quelle che fanno capo ai manager di Intermonte che hanno già aderito. A oggi i titoli che sono stati apportati, al netto dei manager stessi, provengono per circa il 60% da operatori istituzionali e per il restante 40% da investitori individuali.
Coprirsi dal rischio che il proprio inquilino non paghi l’affitto. Oppure, in caso di difficoltà economica, vedersi anticipata subito la pigione e, con una parte della liquidità, poter sottoscrivere un piano sanitario. E ancora tutelare il proprio investimento immobiliare dal crescente fenomeno delle occupazioni abusive. A partire dal 2025 si amplia così il pacchetto di polizze, accessibili online, pensate per contribuire alla stabilità del mercato immobiliare italiano (partendo dalla tutela dei cittadini) da Olimpia, la compagnia specializzata nel rischio cauzioni partecipata dall’assicurazione tedesca Vhv (Allgemeine Versicherung) che sul 2023 ha visto crescere del 12% i contratti emessi (7.000) e del 23% i volumi intermediati (10 milioni).
La previdenza complementare soddisfa bisogni futuri a dispetto della tendenza collettiva a rivolgere la attenzione in prevalenza su necessità presenti. Che contributo possono dare gli strumenti di simulazione pensionistica? MF Milano Finanza ne ha parlato con Alberto Cauzzi, Amministratore delegato di Epheso, società specializzata nella realizzazione di motori di calcolo previdenziali.
Poste Valore Solidità Più è un’assicurazione sulla vita in forma mista a premio unico ricorrente. Il premio versato verrà investito (al 50% ciascuna) in due gestioni separate, Poste Vita Valore Solidità e Posta ValorePiù, al fine di ottenere la massima stabilità nella remunerazione per il cliente. La rivalutazione del capitale derivante dalle performance di queste gestioni potrà essere positiva oppure negativa. L’allocazione 50-50 rappresenta
la combinazione predefinita dell’investimento e non è modificabile nel corso della durata della polizza. Inoltre, nel corso della durata della polizza non è possibile spostare il capitale da una gestione separata all’altra. La polizza si estingue automaticamente in caso di esercizio del diritto di recesso, di riscatto totale e di decesso dell’assicurato o a scadenza. I

In materia di polizze catastrofali poi, i tributaristi riferiscono come l’obbligo di sottoscrivere polizze assicurative per coprire i danni da eventi catastrofali, previsto per il 2025, desti grandi preoccupazioni da parte delle imprese interessate. Intanto si evidenzia che l’adempimento era ed è legato ad un apposito provvedimento del Ministero delle imprese e del made in Italy che doveva essere emanato entro dicembre 2024. “Riteniamo che il 31 marzo 2025 sia un termine eccessivamente breve. – ha aggiunto Falcone – Infatti, le compagnie di assicurazione dovranno, una volta emanato l’atteso decreto, provvedere alla stesura del “contratto di assicurazione” necessario per poi proporre alle aziende le coperture assicurative. La norma istitutiva prevede anche la possibilità di co-assicurare il rischio assunto da ogni impresa di assicurazione. Tutto ciò comporta tempo, ecco perché sarebbe opportuno posticipare l’entrata in vigore di questa misura a tutto il 2025”.
La riforma del Codice della strada rischia di impantanarsi in una mole di ricorsi. Anche chi ha assunto droghe diversi giorni prima di essersi messo alla guida, e quindi dopo che oramai l’effetto stupefacente è totalmente svanito, può risultare positivo ai test antidroga, andando incontro alle non lievi conseguenze previste dalla legge. Non solo. I test rapidi rischiano di dare risultati divergenti: le Forze dell’Ordine hanno acquistato prodotti diversi e tra di loro non del tutto allineati. Lo scenario che si prospetta è quindi quello di una moltiplicazione di cause presso tutte le diverse Corti. Ivi comprese le questioni legate alla ipotesi di illegittimità costituzionale.
Il commercialista non risarcisce lo stress della cliente: paga solo le somme dovute al Fisco. La Corte di Cassazione, Terza Sezione civile, ha confermato nella sentenza 1036/2025 pubblicata il 16 gennaio che il consulente contabile non è tenuto a risarcire lo “shock tributario”, cioè i danni non patrimoniali, come lo stress o il disagio psicologico, se questi non sono provati o risultano sproporzionati rispetto alla sua condotta.
Generali Investments, società di asset management globale del gruppo Generali, e Mgg Investment Group hanno firmato l’accordo definitivo in base al quale Conning & Company, la controllata interamente posseduta da Generali Investments, acquisirà una partecipazione di maggioranza in Mgg e nelle sue affiliate. Conning & Company rileverà il 77% di Mgg per 320 milioni di dollari (311 mln euro) con un ulteriore impegno monetario soggetto al raggiungimento di determinati traguardi operativi. Gli attuali azionisti, compresi il management di Mgg e McCourt Global, manterranno una quota di minoranza. La transazione dovrebbe concludersi nei prossimi mesi ed è soggetta alle approvazioni e condizioni di closing. L’impatto stimato sulla Solvency II del gruppo Generali è di circa -2 punti percentuali. Mgg continuerà a essere guidata dall’a.d. Kevin Griffin e dal team esistente.
Buona governance e assurance sono gli ingredienti essenziali per l’accesso alla finanza delle micro, piccole e medie imprese (MPMI), come emerso durante il primo forum tenutosi a Firenze, intitolato “L’economia dell’impresa e la finanza aziendale nelle MPMI”. L’evento, organizzato dalla Fondazione Nazionale Commercialisti ADR e dall’Università di Firenze con il patrocinio del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, si è svolto ieri presso il Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università. Il tema centrale, discusso in sette tavoli di lavoro, ha riguardato le alternative di finanziamento per le MPMI rispetto al tradizionale sistema bancario.

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Sono ben 151 le aziende che hanno ottenuto la certificazione Top Employers Italia 2025 rilasciata dal Top Employers Institute alle aziende che soddisfano determinati standard in materia di gestione del personale. Tra le aziende certificate, 48 hanno ottenuto anche la certificazione Top Employers Europe 2025, riconosciuta alle aziende che raggiungono la certificazione Top Employers in almeno cinque Paesi europei. Tra queste ci sono colossi della farmaceutica come Angelini e Chiesi e grandi banche come Intesa Sanpaolo e Unicredit. Oltre a questi due livelli di certificazione c’è quello di Top Employers Global che viene riservato alle aziende che ottengono la certificazione in più Paesi di continenti diversi.

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La sequenza dura meno di mezzo minuto e parte da una bottiglia di birra Moretti e una di amaro Jägermeister rovesciate sul tappetino, lato passeggero. Il cellulare si sposta verso il cruscotto e il volante, riprende brevemente la lancetta del tachimetro ben oltre i 100 all’ora, e quindi il volto di Massimo F., che guida e canta insieme agli altoparlanti al ritmo di Borsa Hermès di Capo Plaza. Dal parabrezza, la galleria che scorre sulla statale 36, accanto ad Abbadia Lariana, sembra un toboga che la Bmw serie 1 percorre passando da una corsia all’altra. Dal brevissimo flash sullo specchietto retrovisore si intuisce una terza presenza sul sedile posteriore. Sono le 4.54 di sabato 11 gennaio, come attesta l’orologio della diretta social filmata da Michele: ha 19 anni, tre meno del guidatore e l’auto è di sua proprietà, solo che non ha passato gli esami per la patente ed è costretto a farsi trasportare dall’amico. Dietro, senza le cinture allacciate, dorme Jennifer Alcani. Ha 13 anni, anche se appare più grande della sua età.

Per semplificare, è stata ribattezzata “messa alla prova” per le aziende. In realtà non ha nulla a che fare con l’istituto previsto per la persona fisica. Più precisamente, l’ipotesi su cui sta lavorando la commissione ministeriale di riforma del dlgs 231/2001 sulla responsabilità amministrativa dell’ente, è una valorizzazione del modello post–factum, un modello organizzativo aggiornato dalla società alla luce delle contestazioni mosse dall’autorità giudiziaria. Una prospettiva premiale e riparativa per le imprese impegnate nella prevenzione degli illeciti: se i giudici considerano idoneo il nuovo modello presentato dall’ente, che dimostra di volersi adeguare alle prescrizioni, cadono le accuse e la società esce dal processo. L’idea deve essere ancora sviluppata dal gruppo di lavoro, istituito dal ministro della giustizia Carlo Nordio e guidato da Giorgio Fidelbo, presidente della VI sezione penale della Corte di cassazione, che già anni fa indicava questa strada in un articolo.