Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Le Casse di previdenza private dei professionisti stanno facendo ogni sforzo per innalzare le pensioni dei loro associati. Questo perché il metodo di calcolo contributivo, ormai generalizzato, rischia in molti casi di rendere non adeguato l’importo dell’assegno pensionistico al momento in si smetterà l’attività lavorativa. Gli strumenti adoperati dagli Enti di previdenza per l’adeguatezza dei trattamenti che verranno erogati, pertanto, sono spesso confezionati in virtù delle caratteristiche della categoria di assicurati, nonché finalizzati a stimolare le varie coorti a porre più fondi possibili nel proprio «salvadanaio», affinché il contenuto possa essere valorizzato.
Ricognizione di IO Lavoro sulle iniziative per incrementare gli assegni dei professionisti. Dall’integrativo nel montante al premio per chi versa in più
La «crisi della natalità» e l’«invecchiamento attivo» sono fenomeni ai quali è «importante riservare una riflessione», giacché incidono sulla composizione delle platee libero-professionali, nelle quali, stando al documento che l’Adepp (l’Associazione degli Enti previdenziali) ha depositato mercoledì 24 gennaio 2024 nella Commissione parlamentare per il controllo delle forme pensionistiche presieduta dal deputato della Lega Alberto Bagnai, sono in «escalation» soprattutto gli iscritti che continuano ad esercitare la propria attività, anche dopo essere andati in quiescenza (+8,7% soltanto nel 2022, in uno scenario nel quale i pensionati totali sono circa 475.000, di cui almeno 365.000 hanno smesso di accettare incarichi).
Le pensioni dei professionisti italiani hanno un problema: sono troppo basse. Detto in termini più tecnici: il tasso di sostituzione, cioè il rapporto tra l’ultimo reddito dichiarato e l’assegno pensionistico, è mediamente inferiore al 50%, e spesso scende fino al 40%. Le casse di previdenza sono ben consapevoli del problema e non da oggi, tanto che in vari modi hanno già messo in atto strumenti per migliorare il rendimento dei versamenti contributivi ed innalzare quindi le rendite che saranno percepite dai professionisti. Il panorama delle soluzioni messe in atto è interessante e variegato e su questo numero di ItaliaOggi7, a pag. 43, ne offriamo un’ampia carrellata. Dopo l’assistenza, il welfare, gli aiuti allo svolgimento della professione, sempre gli enti si stanno infatti rendendo conto dell’importanza di fornire strumenti per accrescere l’assegno pensionistico.
Arriva la rivoluzione dell’antiriciclaggio in Europa. Tetto di 10.000 euro al pagamento in contanti, criptovalute soggette a sorveglianza e obblighi di due diligence, così come le squadre di calcio che diventano soggetti obbligati, mentre aumenta la trasparenza sui titolari effettivi di immobili, beni di lusso come yacht, jet privati e automobili dal valore superiore a 250.000 euro. Sono i contenuti della maxi-riforma contro il denaro sporco su cui il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione europea hanno delineato un accordo all’interno del trilogo lo scorso 17 e 18 gennaio. Il regolamento e la direttiva ora dovranno essere approvati definitivamente da Parlamento e Consiglio prima di essere pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Il regolamento Amlr comprende regole e requisiti relativi al settore privato, mentre la direttiva Amld include disposizioni relative all’organizzazione dei sistemi istituzionali antiriciclaggio a livello nazionale degli stati membri. I due testi sono l’ultimo tassello che si aggiunge al pacchetto di maxi-riforma della lotta contro il denaro sporco nell’Ue, compreso il regolamento (il cui testo era già stato definito nel trilogo il 13 dicembre 2023) che istituisce l’Autorità Europea Antiriciclaggio (Amla), la cui sede dovrà essere decisa nei prossimi mesi.
La blockchain italiana diventa più adulta. Dopo il lancio di numerosi progetti di piccole dimensioni, aziende e ricercatori hanno spostato attenzione da sviluppi di piccola entità (che nel 2022 erano principalmente legati alla creazione di Nft, non fungible token), a prototipi e progetti pilota di maggiore dimensione. E questo ha generato un effetto sugli investimenti che hanno segnato una flessione del 10% nel corso del 2023 chiudendo l’anno a 38 milioni di euro come confermato dai dati elaborati dagli analisti della School of Management del Politecnico di Milano nell’ambito dell’Osservatorio Blockchain and Web3. Ma non solo. Secondo i risultati della ricerca, il 39% degli investimenti effettuati in Italia ha riguardato il settore finanziario e assicurativo, che si è confermato come il comparto predominante, mentre è risultata in aumento la rilevanza di progetti della pubblica amministrazione che hanno toccato il 14% del totale, seguiti dall’agrifood (10%) e dal fashion (7%).
Il rimborso relativo alla garanzie fideiussorie richieste al contribuente ha portata generale ed è indipendente dalla fisionomia della controversia tributaria; pertanto non deve essere riconosciuto esclusivamente per le spese relative a garanzie acquisite nell’ambito di una specifica attività di accertamento del tributo; di più: in caso di silenzio rifiuto della domanda di rimborso, il termine di prescrizione è decennale e non decorre dalla data di richiesta, ma dalla scadenza dei 90 giorni successivi in cui si forma il silenzio rifiuto. Sono le conclusioni raggiunte dalla sezione quinta (tributaria) della Corte di cassazione civile nella ordinanza n. 1671/2024 depositata in cancelleria il 16 gennaio scorso. La vertenza riguarda un ricorso proposto contro un silenzio rifiuto in dipendenza di una richiesta di rimborso di oneri fidejussori che la società aveva dovuto sostenere prestando idonea garanzia, per eccedenze d’imposta per compensazioni Iva di gruppo.
Il datore di lavoro non può mai svolgere le funzioni di preposto ad eccezione di un unico e solo caso: in presenza di un solo lavoratore. In tal caso, infatti, non potendo il lavoratore essere il preposto di sé stesso, le funzioni (di preposto) vanno svolte necessariamente dal datore di lavoro. A precisarlo è il ministero del lavoro, commissione per gli interpelli in materia di salute e di sicurezza sul lavoro, nell’interpello n. 5/2023 che, tra l’altro, evidenzia l’importanza della figura del preposto “quale figura di garanzia” nell’attuare le direttive ricevute in materia di sicurezza sul lavoro, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori. La sanzione per mancata individuazione del preposto è l’arresto da due a quattro mesi o l’ammenda da 1.500 a 6.000 euro.
Il Garante della privacy deve provare la violazione commessa, applicare sanzioni congrue e motivate dalla necessità di prevenire recidive e non può sforare i termini previsti per la notifica della contestazione (120 giorni). È quanto risulta dall’analisi delle sentenze dei giudici italiani in materia di sanzioni per violazione del Gdpr (regolamento Ue n. 2016/679) e del codice della privacy.

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Ripensare non solo l’offerta, ma anche i modelli organizzativi e il posizionamento di mercato per mettere il cliente davvero al centro, e non solo a parole. Perseguire azioni di riduzione dei costi, eventualmente anche tramite aggregazioni, per difendere i margini, sotto pressione per la concorrenza che arriva dai nuovi operatori. Abbracciare l’innovazione, aprendosi a possibili alleanze con le insurtech, pur nella consapevolezza di parlare spesso due lingue diverse. Sono alcune delle sfide con le quali si trovano a fare i conti le compagnie assicurative, che probabilmente mai in passato hanno dovuto affrontare tanti cambiamenti come sta accadendo ora. I cambiamenti climatici, tecnologici, della forza lavoro e delle aspettative dei clienti, combinati con la volatilità macroeconomica e geopolitica, stanno costringendo le imprese a trasformare le proprie infrastrutture tecnologiche, i prodotti e i servizi, i business model e la cultura organizzativa, sottolinea il “2024 Global insurance outlook” realizzato da Deloitte. Che vede nelle compagnie un ruolo sempre più forte come «reti di sicurezza finanziaria» della società, in grado di fornire un sostegno contro le perdite dovute al moltiplicarsi dei rischi in giro per il mondo.
“In inglese si suol dire ‘every cloud has a silver lining’ che letteralmente si traduce con ‘ogni nuvola ha un’imbottitura d’argento’, ma in concreto significa che anche nelle situazioni più difficili è possibile trovare degli elementi positivi». Marco Passafiume Alfieri, da qualche mese amministratore delegato di Cnp Vita Assicura, sintetizza così lo scenario con il quale si trovano a fare i conti le assicurazioni ramo vita, fortemente penalizzate sul versante della raccolta dal brusco rialzo dei tassi che ha caratterizzato il biennio 2022-2023, una situazione che ha impattato anche le polizze rivalutabili, che negli ultimi anni hanno registrato buoni rendimenti e per questo hanno forse rappresentato un salvadanaio a cui attingere per diversificare il proprio portafoglio. «Il business assicurativo è per sua natura proiettato al lungo termine perché riguarda i bisogni di protezione che si prolungano nel tempo. La congiuntura cambia continuamente, ma non può essere la bussola principale per uno sviluppo sostenibile. Occorre essere lungimiranti trovando il giusto mix tra prudenza e ambizione», aggiunge l’ad. «Oggi la sfida principale per le assicurazioni ramo vita è di tipo culturale: occorre che i partner distributivi in primo luogo e i risparmiatori poi comprendano le caratteristiche complete di queste soluzioni, che sono uniche rispetto alle altre forme di investimento per il contenuto di protezione che le caratterizza e per l’approccio alla creazione di valore in maniera sostenibile negli anni», sottolinea.
Nel 2024 le aziende devono iniziare a rimborsare i prestiti garantiti dell’era Covid. Ma l’economia rallenta, i tassi restano alti e ottenere nuovo credito è sempre più difficile. Tutto si traduce in un dato: 3,9%, ovvero il tasso di default delle società di capitali italiane stimato da Crif Ratings per il 2024, quasi un punto percentuale in più rispetto al già negativo 2023. È la sintesi di ciò che non va, dall’inflazione che rallenta, sì, ma rimanendo elevata, a una politica monetaria che prima di metà anno non ingranerà la retromarcia sui tassi, per terminare con due conflitti che hanno messo in crisi vie strategiche del commercio come il Mar Nero e il Canale di Suez.

Tra 60 a 68 anni: in questa fascia si colloca la maggioranza delle età di pensionamento di lavoratrici e lavoratori in base alle norme in vigore. Difficilmente potrà essere inferiore, mentre per qualcuno potrà essere superiore, oltre i 70 anni. Caso per caso, ogni lavoratore avrà i propri tempi pensionistici, in funzione dell’anno di nascita e dell’età alla quale si è iniziato a contribuire, al netto di riscatti o pause contributive. Per una prima, rapida, simulazione personalizzata è disponibile nella sezione Economia di Corriere.it il Pensionometro, che consente di avere una stima sia del momento che del valore della pensione, in vari scenari.
Secondo l’11° Rapporto sul bilancio previdenziale italiano redatto dal Centro studi Itinerari Previdenziali, nel calderone pensioni, l’Istat inserisce le rendite assicurative Inail che non sono pensioni, le pensioni dei fondi complementari di secondo pilastro, gli invalidi civili, ciechi e sordomuti, le indennità di accompagnamento, le pensioni sociali, quelle di guerra che sono indennitarie, le maggiorazioni sociali, le integrazioni al minimo e le altre integrazioni, tra cui la 14° mensilità a sostegno di famiglie e anziani che sono tutte erogate per motivi di reddito come le pensioni di cittadinanza. E poi tutti i prepensionamenti Alitalia, FFSS (30 mila attivi e 210 mila pensionati e costo di 4,4 miliardi), le pensioni assistenziali degli agricoli (434 mila attivi e 1,31 milioni di pensionati per un costo di 3,1 miliardi) e così via.
Intervista ad Andrea Parisi, amministratore delegato e direttore generale di Aon Italia, branch di uno dei maggiori broker assicurativi al mondo. Il gruppo ha superato i 300 milioni di ricavi nella Penisola e in questo 2024 vuole crescere ancora. Anche per linee esterne.
«Il progetto è fare il bene dell’azienda continuando a crescere e stando sul mercato in maniera competitiva. Essere italiani è un vanto: ci piace l’idea di fare qualcosa che possa dare una mano al Paese». Con il cognome risorgimentale che porta sulle spalle, le parole di Alessandro Melzi d’Eril non sorprendono. Anzi danno più forza alla sua visione di Anima quale «campione italiano del risparmio gestito». 
Nel 2023 la società di asset management ha sofferto come tutti gli altri player del settore di una contrazione della raccolta (-15,2 miliardi nel terzo trimestre per l’intera industria, fonte: Assogestioni), ma ha realizzato due acquisizioni alto di gamma — Castello a luglio e Kairos a novembre, soffiata sul fil di lana a Zurich — con cui dovrà cucire il suo nuovo vessillo per gli anni a venire. Il piano industriale infatti vedrà la luce ragionevolmente entro fine aprile, la strategia è definita e andrà implementata.
Monte dei Paschi, Banco Bpm, Popolare di Sondrio. Ma davvero Andrea Orcel ha perso il tocco magico? L’amministratore delegato di Unicredit, arrivato in Italia tre anni fa anticipato da una fama di risoluto trader, avrebbe infatti perso l’occasione per aumentare la presenza italiana della sua banca, una delle richieste del consiglio di amministrazione al momento del suo arrivo, dopo l’era delle grandi vendite di Jean Pierre Mustier. Sull’affaire Sondrio, che negli ultimi 10 giorni ha alzato un polverone in Borsa, i fatti sono pochi, le ipotesi molte. La prima considerazione da fare riguarda le dimensioni. Venerdì scorso, in Borsa, Unicredit valeva 45,3 miliardi di euro. La Popolare di Sondrio meno di tre. Mal contato il rapporto è 15:1. Nei primi nove mesi del 2023, Sondrio ha contabilizzato un utile netto di 348,6 milioni di euro, Unicredit di 6,69 miliardi. Sono classi di ampiezza diversa. A giustificare il potenziale interesse di Unicredit ci sono due fattori: la solidità e la redditività dell’istituto valtellinese e la presenza in Lombardia, dove Unicredit da tempo cerca spazio. Ma basta?
Il bivio che spesso, o quasi sempre, caratterizza le scelte degli investitori impone, ora più che mai, riflessioni in parte inattese. E portafogli che contengano titoli adatti all’epoca (Btp) ma anche polizze assicurative per rischi più remoti (Cct). Con rendimenti, vedi tabella, che spesso stanno sopra il 3%. La Bce, come i mercati si aspettavano, ha deciso di tenere invariati i tassi. Nella certezza, o quasi , che il costo della vita sarebbe via via diminuito e, a rimorchio, che le banche centrali avrebbero gradualmente ridotto il costo del denaro. Vero freno, quest’ultimo, per gli investimenti aziendali, i più corposi generalmente, ma anche per quelli di gran parte delle famiglie. Un freno tirato dall’elevato costo dei finanziamenti che inducono a rallentare i possibili indebitamenti, nell’attesa che le varie guerre o abbiano termine, o, quanto meno, evitino di interferire con le rotte commerciali. Le spese per il trasporto spesso superano i costi per l’estrazione o per la commercializzazione delle materie prime. Ciò che conta, alla luce di queste riflessioni, è quali potrebbero essere gli effetti di questa situazione sui prezzi alla produzione, per le aziende, e su quelli al dettaglio, per i consumatori finali, già sensibilmente saliti negli ultimi anni.

Il risarcimento del danno patrimoniale subito dalla vittima di un sinistro stradale, che, a seguito delle lesioni, viene demansionata, deve comprendere non solo la componente fissa della retribuzione perduta ma anche gli accessori e i probabili aumenti di stipendio futuri. Lo ha stabilito la Cassazione che, con l’ordinanza 1607 pubblicata il 16 gennaio 2024, ha accolto il ricorso presentato da un ex macchinista delle ferrovie che, in seguito ai postumi del sinistro, fu assegnato a mansioni impiegatizie, subendo un vero e proprio demansionamento, con conseguente perdita reddituale.