Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Gli assicuratori chiedono ad Ursula von der Leyen di avere accesso ai dati s u lla mobilità dei clienti raccolti dalle automobili connesse. Le compagnie, insieme a nove associazioni europee che rappresentano i fornitori indipendenti di servizi automobilistici (dagli autoriparatori alle società di leasing), d’accordo pure con i consumatori, hanno scritto alla presidente della Commissione europea, per segnalare l’urgenza di una nuova legislazione che regolamenti la gestione delle numerose informazioni raccolte dai veicoli evoluti, oggi di esclusiva proprietà dei produttori automobilistici.
Sanzioni privacy k.o. se il Garante non rispetta i termini per la notifica delle violazioni. È invalida l’ingiunzione se le trasgressioni sono contestate decorsi 120 giorni dall’accertamento. Il termine, fissato dallo stesso Garante della privacy in un regolamento interno (n. 2/2019), è da ritenersi perentorio. Queste le motivazioni della sentenza del Tribunale di Roma, sezione civile 18ª, n. 2615/2023 depositata il 13/1/2024, con la quale il giudice ha annullato una sanzione di oltre 26 milioni irrogata a Enel Energia S.p.A. per telefonate commerciali indesiderate. La decisione si concentra sul procedimento previsto per l’applicazione delle sanzioni per violazioni della privacy. A questo riguardo, oltre al codice della privacy (dlgs 196/2003) e alla legge 689/1981, si applica anche il regolamento del Garante privacy n. 2/2019, con cui lo stesso ha individuato i termini dei propri procedimenti, tra cui quello per l’irrogazione delle sanzioni.
Via libera al trasloco dei contributi di riscatto della laurea. Chi si è avvalso della possibilità del riscatto quando ancora non aveva svolto alcun lavoro, può adesso decidere in quale gestione di previdenza trasferire i contributi versati a seguito del riscatto. Lo spiega l’Inps nella circolare n. 14 del 19 gennaio 2024 precisando che il trasferimento è possibile anche verso una cassa di previdenza professionale. Le richieste. Le domande di trasferimento vanno presentante attraverso uno dei consulenti canali dell’Inps, vale a dire via web direttamente dal cittadino attraverso il portale dell’istituto (www.inps.it); oppure tramite contact center multicanale; o ancora mediante i servizi offerti dai Patronati. Le domande presentate in forma diversa da quella telematica, precisa l’Inps, non saranno prese in considerazione.
Non più lavoratori e non ancora pensionati. Ma sostenuti da assegni- ponte frutto di accordi con le aziende. In pratica prepensionati. Con una caratteristica: il rendimento dei loro contributi versati alle casse pubbliche è stato ridotto dal governo Meloni nell’ormai famosa norma in manovra. Quella che ha tagliato la pensione di medici e infermieri. E anche dei dipendenti degli enti locali, insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate, ufficiali giudiziari. In totale sono 732.300 i lavoratori pubblici colpiti dal taglio meloniano. Il governo si è così assicurato 21,4 miliardi di risparmi dal 2024 al 2043. Tra questi ci sono anche gli “esodati” della Cgil. Ad esempio, i dipendenti delle ex aziende municipalizzate poi privatizzate. E di ex banche pubbliche come Banca Monte di Parma e Banca nazionale delle comunicazioni, poi confluite in Intesa Sanpaolo.
Chiusura totale sulla proroga e sul Sal straordinario. Allo stesso tempo, ancora qualche margine per tentare una mediazione su modifiche tecniche non onerose, soprattutto su due temi: il bonus barriere architettoniche e le assicurazioni nelle zone di ricostruzione post-sisma. Mentre il Pd va alla carica accusando la maggioranza e in particolare Fratelli d’Italia di voler introdurre un condono edilizio tra gli emendamenti proposti. Facciamo un passo indietro. Nel vertice che ieri ha coinvolto Governo e maggioranza, alla presenza del relatore della legge di conversione del decreto Salva-spese (Dl n. 212/2023), Guerino Testa (Fratelli d’Italia), tutte le spinte per una riapertura dei termini, sulla quale erano arrivati emendamenti anche dalla maggioranza, sono state stoppate.
Il rumore all’interno del condominio è spesso motivo di lite, tuttavia perché sia punito penalmente deve interessare un numero indeterminato di persone, altrimenti si configura un illecito civile, fonte eventuale di risarcimento dei danni ex articolo 844 del Codice civile. Lo ha ribadito la Cassazione solo pochi giorni fa (sentenza 2071/2024). All’origine della vicenda la condanna da parte del Tribunale, per il reato dell’articolo 659 del Codice penale, di due condòmini, rei di aver diffuso reiterate emissioni rumorose mattutine che eccedevano il limite della normale tollerabilità. Avverso la sentenza ricorrevano i condannati affermando che i rumori (continuo ticchettio delle scarpe e spostamento di mobili) non erano diffusi, non essendosi lamentati altri condòmini e neppure l’amministratore.