I risultati della ricerca “IBM Global AI Adoption Index 2023” indicano che circa il 42% delle organizzazioni con oltre 1.000 dipendenti di 20 Paesi del mondo utilizza intensamente l’Intelligenza Artificiale nelle proprie attività, mentre la percentuale riguardante l’Italia si attesta al 27%.
Tra le aziende che già la utilizzano, il 59% ha intenzione di incrementare gli investimenti in questo ambito. In particolare, il 44% vuole utilizzare l’IA per progetti di ricerca e sviluppo, il 39% per la riqualificazione della forza lavoro. L’adozione di tale strumento permette infatti di ridurre le attività manuali con strumenti di automazione (55%) o di automatizzare le risposte e le azioni self-service dei clienti (47%).
Permangono però barriere nella sua adozione per via di carenza di competenze dei professionisti, la complessità dei dati e le preoccupazioni etiche. I prezzi elevati e la mancanza di strumenti per lo sviluppo di modelli sono altri fattori importanti che frenano lo sviluppo dell’IA.
Secondo lo studio, a livello territoriale le aziende in India (59%), Emirati Arabi Uniti (58%), Singapore (53%) e Cina (50%) sono all’avanguardia nell’uso attivo dell’Intelligenza artificiale, mentre Spagna (28%), Australia (29%) e Francia (26%) rimangono più indietro.
Lo scenario è simile per la propensione agli investimenti in IA: Cina (85%), India (74%) ed Emirati Arabi Uniti (72%) sono i mercati che hanno maggiore propensione ad accelerare su questa tecnologia.
I più prudenti sono invece Regno Unito (40%), Australia (38%) e Canada (35%). Per quanto riguarda i settori, le società specializzate in servizi finanziari utilizzano maggiormente l’IA: la metà degli intervistati ha dichiarato che la sua organizzazione l’ha adottata. In ambito telecomunicazioni, la percentuale scende al 37%.