I recenti attacchi degli Houthi contro le navi commerciali nel Mar Rosso hanno causato notevoli disagi al trasporto marittimo globale, costringendo gli armatori a rotte più lunghe con conseguente aumento dei tempi e dei costi di navigazione.
Il Mar Rosso svolge infatti un ruolo cruciale nel commercio globale, con un terzo del traffico mondiale di container e il 40% del commercio Asia-Europa che passa attraverso questa rotta. Inoltre, il 12% del petrolio mondiale trasportato via mare e l’8% del gas naturale liquefatto (GNL) attraversano il Canale di Suez.
Allianz Trade osserva che nei 10 giorni precedenti al 7 gennaio, il volume delle spedizioni nel Canale di Suez ha registrato un calo del 15% su base annua. Più marcato (-53%) il calo dello stretto di Bab-el-Mandeb, che sfocia nel Mar Rosso. Il numero di navi mercantili e petroliere che attraversano il Canale di Suez è diminuito rispettivamente del 30% e del 19%. Allo stesso tempo, l’attività marittima attorno al Capo di Buona Speranza è quasi raddoppiata, con un aumento del 66% delle navi mercantili e del 65% delle navi cisterna.
Nonostante il significativo aumento dei prezzi di spedizione da novembre 2023 (+240%), siamo a un quarto del picco registrato nel 2021.
L’attuale contesto della domanda, caratterizzata da scorte più elevate nei segmenti dei beni di consumo e maggiori capacità di trasporto delle nuove navi portacontainer, suggeriscono un rischio di aumento dei prezzi minore rispetto al 2021. Tuttavia, se la crisi dovesse persistere oltre la prima metà dell’anno, l’impatto sulle catene di approvvigionamento globali potrebbe intensificarsi ulteriormente.
Allianz Trade prevede che l’impatto a breve termine dell’aumento dei costi logistici sull’inflazione, sul PIL e sul commercio rimarrà contenuto se le interruzioni saranno brevi. L’effetto del raddoppio dei costi di spedizione sull’inflazione è notevolmente maggiore in Europa e negli Stati Uniti, con un aumento potenziale di 0,7 punti percentuali, rispetto agli 0,3 punti percentuali in Cina. Per l’inflazione globale, ciò potrebbe significare un aumento al 5,1% nel 2024.
In termini di crescita del PIL, l’Europa potrebbe vedere una riduzione di 0,9 punti percentuali, e gli Stati Uniti un calo di 0,6 punti percentuali. Ciò potrebbe portare ad una riduzione della crescita del PIL globale al 2%. Tuttavia, le interruzioni a lungo termine potrebbero ridurre la crescita del commercio globale in volume da 1,1 punti percentuali all’1,9%, aumentando il rischio di una ripresa ritardata dalla recessione del 2023.
I prezzi europei dell’energia rimangono altamente volatili alla luce della crisi. Dopo gli attacchi iniziali dei ribelli Houthi, il prezzo del petrolio Brent europeo è aumentato di quasi il 2%, mentre il prezzo WTI statunitense è rimasto relativamente stabile. Nello stesso periodo, i prezzi del gas naturale in Europa sono aumentati del 3,6%.
Nonostante queste fluttuazioni e i continui attacchi, i prezzi del petrolio sono in calo a causa di fattori quali un’offerta superiore al previsto, preoccupazioni sulla domanda globale e il continuo passaggio di petroliere attraverso il Mar Rosso. Per quanto riguarda i prezzi europei del gas naturale, non si prevede che le tensioni sull’offerta a breve termine avranno un impatto significativo sui prezzi, date le elevate riserve e l’avvicinarsi della fine della stagione invernale, nonostante la recente ondata di freddo.