MARTEDÌ 10 L’UDIENZA. ORA È ATTESA LA SENTENZA SULL’UTILIZZO DEL PREVENTIVATORE IVASS
di Anna Messia
L’ultima udienza, davanti al Tar del Lazio, con la presentazione delle memorie integrative, si è tenuta martedì 10. Nel giro di una settimana è attesa quindi la sentenza del Tribunale che dovrà chiarire quanto il preventivatore messo a punto dall’Ivass per confrontare online le tariffe Rc Auto offerte sul mercato (il Preventivass) potrà effettivamente incidere sulla concorrenza e sulla trasparenza del settore. Una questione che è destinata ad entrare nel vivo proprio mentre, dopo anni di frenata, i prezzi delle polizze per assicurare l’automobile stanno tornando a correre, spinti dall’inflazione. Da una parte c’è Ivass, che ha lavorato a lungo all’avvio del preventivatore pubblico, realizzato in collaborazione con l’allora ministero dello Sviluppo Economico, (oggi delle Imprese e del Made in Italy), fortemente convinta dell’utilità di uno strumento di confronto super partes che consente agli assicurati di paragonare le offerte delle compagnie per un contratto base, che rispetti quindi le clausole minime per adempiere agli obblighi di legge Rc Auto. Dall’altra gli agenti, cui il regolamento emanato dall’istituto presieduto da Luigi Federico Signorini, demanda un ruolo fondamentale per la diffusione in Italia di questa piattaforma: le norme obbligano in particolare gli agenti plurimandatari, che hanno quindi mandati da più assicurazioni, a presentare ai clienti, dal primo marzo prossimo, i preventivi offerti da tutte le compagnie per contro delle quali operano, utilizzando appunto il Preventivass. Un regolamento iniquo, secondo gli agenti dello Sna che hanno sottolineato la disparità di trattamento tra le diverse tipologie di agenti di assicurazione e anche con i broker.
«Mentre gli agenti monomandatari, che operano con un’unica impresa assicurativa, nel caso in cui il cliente avesse già interrogato il preventivatore Ivass sono esentati dall’obbligo informativo, i plurimandatari saranno invece tenuti a completare i dati per ottenere i preventivi non consultati dalle compagnie, con evidente aggravio gestionale», hanno sottolineato dal sindacato agenti guidato da Claudio Demozzi, aggiungendo che analoghi obblighi non spetterebbero ai broker e ai subagenti, con il cliente che «non avrebbe quindi analoghi diritti d’informativa corretta e trasparente», rivolgendosi a intermediari diversi. Non solo. Gli agenti si sono spinti oltre sottolineando che i dati sui preventivi presentanti sul sito di comparazione dell’Istituto di controllo sono differenti da quelli che il cliente ottiene quando si reca in agenzia. Dal sondaggio che ha coinvolto 500 agenti delle principali compagnie su tutto il territorio nazionale è emerso che in due terzi dei casi il premio elaborato dal preventivatore dell’Ivass supera di oltre 100 euro (con una punta pari addirittura a 900 euro) quello effettivo praticato dalla compagnia per il rinnovo della polizza.
Da tenere in conto c’è anche la possibilità, da parte degli agenti, di praticare una scontistica sostanziosa e queste diversità rischiano di generare confusione nei clienti «a tutto discapito dell’obiettivo di trasparenza auspicato», sottolineano dallo Sna dove aggiungono che «anche il confronto basato sul contratto base, anziché su garanzie realmente adeguate alle esigenze dell’assicurato, difficilmente si armonizza con la necessità di offrire una effettiva consulenza ai clienti». Dal sondaggio realizzato tra i 500 agenti emerge poi un altro dato anomalo: anche nei contratti restanti (un terzo) i dati delle agenzie non coincidono con quelli del preventivo dell’Ivass, ma sono addirittura più alti del preventivatore. «In ogni caso il dato evidente è che Preventivass non garantisce il diritto dell’assicurato ad una informazione accurata, trasparente ed esaustiva», ha dichiarato Demozzi. La parola passa ora ai giudici amministrativi con Ivass che, in verità, nel frattempo (a giugno) ha chiarito che l’agente non deve usare il preventivatore qualora in cliente lo abbia già consultato autonomamente. Fatto quest’ultimo, che deve però essere attestato e per gli agenti il correttivo non è ancora sufficiente. (riproduzione riservata)
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