IL CREDITO D’IMPOSTA SULLE MINUSVALENZE POTREBBE ENTRARE NEL NUOVO DECRETO FISCO
di Andrea Pira
Rimasto fuori dalla manovra di bilancio, il credito d’imposta per coprire le perdite potenziali sui Pir alternativi potrebbe ritornare nel prossimo decreto fisco, atteso forse già per fine mese. Il provvedimento è allo studio del ministero dell’Economia e dei tecnici del ministro Giancarlo Giorgetti e del suo vice, Maurizio Leo, che ha le deleghe in materia di fisco.
L’agevolazione introdotta nel 2021 è andata a scadenza con la fine dello scorso anno. La misura non è stata rinnovata con la Legge di bilancio e neppure l’intervento di alcuni deputati, che avevano provato a sanare la falla con emendamenti alla manovra, poi accantonati, è servito ad arrivare a una proroga. La modifica avrebbe previsto di estendere al 2023 il bonus sulle perdite al 20%, da utilizzare in dieci quote annuali in relazione agli investimenti effettuati entro il 31 dicembre scorso.
Il nuovo decreto in materia fiscale potrebbe servire allo scopo. Gli operatori, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, stanno ricevendo segnali al riguardo. Meno probabile, invece, l’inserimento nel decreto di un altra richiesta del mercato: permettere a ciascuna persona fisica residente in Italia di essere titolare di più di un piano di risparmio a lungo termine in contemporanea, eliminando l’unicità.
L’ultimo monitor di Equita prevede che i Pir alternativi possano raggiungere 10-15 miliardi di asset in gestione nei prossimi tre-cinque anni dagli attuali 2,46 miliardi. La raccolta netta per i Pir ordinari tra il 2023 e il 2025 dovrebbe invece attestarsi a 1,5 miliardi, di cui 500 milioni quest’anno dopo i deflussi netti per lo stesso ammontare che si dovrebbero registrare con i dati finali sul 2022.
Prendono intanto corpo anche le proposte di semplificazione normative che entreranno in un prossimo collegato alla Legge di Bilancio. Confservizi, la confederazione che attraverso Utilitalia e Asstra riunisce 600 imprese dei settori acqua, rifiuti, energia e trasporto pubblico, ha sottolineato la necessità di intervenire sulle procedure autorizzative per realizzare le infrastrutture nei settori dell’ambiente, dell’energia e dell’acqua.
Per rispettare le milestone individuate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, altri interventi dovrebbero poi riguardare il dimezzamento dei termini procedimentali in caso di modifiche sostanziali degli impianti per lo svolgimento di servizi di interesse economico generale.
Nel frattempo procede il processo di spoil system ai vertici della Pa. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha confermato segretario generale Giovanni Leonardi. Alla Cultura invece l’incarico dovrebbe andare all’attuale direttore per l’Educazione, la ricerca e gli istituti culturali, Mario Turetta. (riproduzione riservata)
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