di Paola Valentini
Finale d’anno brillante per l’industria italiana del risparmio gestito. In dicembre la raccolta netta è stata pari a 11,2 miliardi di euro, in netta crescita rispetto ai 268 milioni di novembre, portando il totale dell’intero 2022 a 19,8 miliardi. Un dato assai inferiore rispetto agli oltre 93 miliardi del 2021 che però aveva registrato, a differenza del difficile 2022, un andamento molto positivo nei mercati finanziari. La raccolta netta di fondi aperti e chiusi è stata pari a 1,6 miliardi dopo gli 870 milioni di novembre (15,5 miliardi da gennaio) di cui 1,1 miliardi nei fondi aperti (9,3 nei 12 mesi), mentre quella delle gestioni di portafoglio è ammontata a 9,6 miliardi. Il patrimonio gestito totale è sceso a 2.215 miliardi dai 2.260 miliardi di fine novembre a causa dell’effetto mercato che non ha compensato la dinamica positiva dei flussi: l’impatto è stato pari a -2,5%, secondo le stime dell’ufficio studi di Assogestioni. L’ammontare del patrimonio delle gestioni collettive si attesta così a 1.160 miliardi, equivalenti al 52,4% del totale.
«In attesa della lettura trimestrale definitiva, il segnale incoraggiante arriva a mio avviso dai fondi aperti, con gli azionari che continuano a catalizzare l’interesse degli investitori, consolidando un trend orientato al lungo periodo che prosegue ormai da tempo», osserva Alessandro Rota, direttore ufficio studi di Assogestioni. I numeri confermano infatti la tenuta dei fondi aperti che -come si accennava- hanno ottenuto a dicembre 1,1 miliardi, di cui 1,4 sui prodotti azionari, per un totale di 21,1 miliardi nei 12 mesi. Segno più anche per i fondi obbligazionari, 375 milioni, che si stanno riprendendo dopo i riscatti registrati a causa dell’aumento dei tassi, mentre restano in rosso le linee bilanciate (-342 milioni) e flessibili (-669 milioni). Escludendo Azimut che non fa parte di Assogestioni e che nel 2022 ha raccolto 8,5 miliardi di cui 1,2 miliardi a dicembre, tra le singole società di gestione prima nel mese è Intesa Sanpaolo con 3,1 miliardi di cui 2,1 miliardi riferiti a Eurizon e 1 a Fideuram. «La raccolta di dicembre», ha dichiarato Massimo Mazzini, responsabile marketing e sviluppo commerciale di Eurizon, «conferma la forte collaborazione con i nostri clienti e la capacità delle nostre reti di riuscire a trasmettere fiducia ai risparmiatori». Seconda per raccolta si è piazzata Allianz (2,6 miliardi), seguita dal gruppo Poste (quasi 2 miliardi). Tra i big in rosso il gruppo Generali (-1,5 miliardi). La compagnia triestina ha precisato che «il risultato di raccolta è dovuto principalmente a flussi sui fondi monetari all’interno dei mandati assicurativi in gestione e a flussi nei portafogli General Accounts del gruppo». (riproduzione riservata)
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