Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Una sfida da 56 miliardi. E’ quella che si trovano ad affrontare in questi mesi le compagnie di assicurazione. Si tratta delle minusvalenze latenti che si sono venute a creare nei portafogli delle polizze vita nel contesto economico attuale tra risalita di tassi e inflazione, guerra e crisi energetica. Minusvalenze che al momento sono solo sulla carta ma che potrebbero concretizzarsi qualora gli assicurati decidessero in massa di riscattare anticipatamente le polizze Vita, attratti magari da prodotti più redditizi visto il rialzo dei tassi d’interesse, costringendo le compagnie a vendere quei titoli e a rendere le perdite reali.
La Commissione Europea ha incaricato le Autorità di Vigilanza Eba, Eiopa ed Esma (ESAs) di fornire un loro parere sui rischi di greenwashing che si verificano nel settore finanziario europeo e indicazioni sulle azioni intraprese per limitare tali rischi, alla luce della crescente domanda e offerta di prodotti legati alla sostenibilità e della rapida evoluzione della normativa in materia. Il greenwashing è una strategia di comunicazione o di marketing perseguita da imprese, istituzioni ed enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo.
Anche le gestioni in titoli e fondi hanno sofferto la flessione dei mercati. Si salvano solo quelle che hanno approfittato della forza del dollaro e dei bond legati all’inflazione. Tutti i risultati di oltre 300 linee | Risparmio gestito, nel 2022 la raccolta si ferma a 19,7 miliardi. Brillano gli azionari
Il tema del divieto degli incentivi è oramai diventato un classico: in occasione di ogni prospettata riforma della disciplina dei servizi di investimento si invoca da parte di alcuni un intervento deciso del legislatore europeo, che bandisca per sempre quella che da più parti è considerata una pratica non sana del mercato.
Il risparmio gestito ha tenuto grazie alla qualità della consulenza. Si possono fare degli aggiustamenti ma il modello che remunera gli agenti risulta vincente. Parla Corcos (ad Fideuram)
La Commissione Europea tira dritto sul divieto di retrocessioni agli istituti. Una mossa che cambierebbe i modelli di business. Forti proteste sono arrivate dalla Germania e dal comparto finanziario. Intanto secondo l’Esma scendono i costi dei fondi | Scontro Ue sulle commissioni di banche e assicurazioni sui prodotti finanziari
Grazie al primato nella rappresentanza l’associazione incassa ogni anno quasi 35 milioni dalle iscrizioni, risorse che vengono usate anche per rafforzare la macchina del personale. E per fare lobbying con efficacia. Poi l’espansione nella filiera e i legami con la finanza | Gardant e BF lanciano il fondo Terre Agricole Italiane
- Gli italiani più ricchi di nome Non di fatto
L’aumento della ricchezza c’è nel nome, ma di fatto non si sente nel portafoglio. Una magra consolazione per le famiglie italiane, perché quello che conta nella vita di tutti i giorni è la ricchezza in termini reali e questa, a differenza di quella nominale, è diminuita. Lo dicono i dati di un report della Banca d’Italia e dell’Istat: alla fine del 2021, la ricchezza netta delle famiglie è stata pari a 10.422 miliardi, 176 mila euro a testa. Un livello superiore di oltre 300 miliardi, con una crescita del 3% in termini nominali, rispetto al 2020, ma in termini reali – cioè al netto dell’inflazione – la ricchezza si è ridotta dell’1,1%, in controtendenza rispetto al livello del 2020, che aveva registrato invece una crescita dell’1,7%. E le famiglie italiane se la passano peggio rispetto a quelle statunitensi e canadesi, dove la dinamica favorevole delle attività finanziarie ha reso la crescita della ricchezza pro capite più sostenuta. Il conto si fa più salato se si guarda ai debiti: le passività finanziarie sono aumentate del 3,7%, superando la soglia dei mille miliardi.
- Salvare le “esodate” Marcia indietro su Opzione donna
Il governo cerca una soluzione per le esodate da Opzione donna, lavoratrici intrappolate dai nuovi requisiti più restrittivi. «Il capitolo non è chiuso, ci stiamo lavorando con la ministra del Lavoro Marina Calderone», dice il sottosegretario leghista Claudio Durigon. «La volontà c’è ed è quella di ripristinare la norma com’era. Ma stiamo cercando le risorse. E speriamo di trovare una soluzione entro l’8 febbraio. Non nel Milleproroghe, piuttosto nel decreto Lavoro che stiamo preparando».
- Unioncamere e il 2022: 48 mila nuove imprese
Dopo il brusco stop del 2020 (quando il saldo si fermò a +19 mila) e il rimbalzo del 2021 (+87 mila) con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure delle imprese torna sui valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 48 mila attività rispetto all’anno precedente. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,8%. Al netto del +1,42% del 2021, è il dato migliore del decennio. Emerge dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio. Le costruzioni valgono oltre il 40% del saldo nazionale.
- Cybersicurezza, più aziende impegnate contro gli attacchi
Crescono gli assalti informatici ma anche le aziende specializzate nel fermarli. Se nel 2022 il numero dei cyber attacchi è aumentato, in Italia, del 120% circa, anche le imprese che operano nel campo della sicurezza informatica sono diventate più numerose, passando dalle 2.985 del 30 settembre 2021 alle 3.147 del 30 giugno 2022 (162 in più, pari a +5,4%). La crescita del numero delle aziende, peraltro, porta con sé un incremento degli addetti (+2,3% nel 2021, rispetto al 2020). I dati arrivano da Unioncamere -Infocamere e mostrano come, tra le regioni italiane, le imprese che descrivono la propria attività come legata a sicurezza informatica e cyber security, siano 708 in Lazio, 581 in Lombardia e 317 in Campania, le tre regioni ai vertici della classifica. Guardando, però, all’incremento percentuale delle imprese che lavorano nel settore, si nota che la regione con la maggior crescita di imprese, tra settembre 2021 e giugno 2022, è il Trentino, col +12% (a fronte però di un numero assoluto di aziende piuttosto contenuto: da 25 nel 2021 a 28 nel 2022).
- Appalti, sulle gare aggiudicate prima frenata a dicembre
Il 2022 ha segnato un nuovo record storico delle aggiudicazioni, dopo quello del 2021 a 47,8 miliardi, con un importo affidato di 53.149 milioni di euro ma la vera sorpresa è la prima brusca frenata registrata nel mese di dicembre quando sono stati aggiudicati appalti per soli 3.115 milioni dopo i 6,4 miliardi di novembre, i 7,1 miliardi di ottobre, dopo il periodo maggio-settembre in cui si era viaggiato a una media superiore ai 5 miliardi. Si potrebbe semplicemente commentare che il settore tira fisiologicamente il fiato dopo la grande galoppata da inizio anno e come ragionamento ci starebbe. Così come si potrebbe dire che il mese di dicembre ha registrato un importo devastante di opere messe in gara, con bandi per 20,9 miliardi (si veda Il Sole 24 Ore del 20 gennaio) e che forse tutte le stazioni appaltanti erano troppo impegnate per mettere in cascina altre procedure per nuovi record del 2023 (complice anche la scadenza del 31 dicembre per prendere i fondi di copertura degli extracosti delle «opere indifferibili»). Considerazioni che hanno certamente una loro solidità.
- Consob. Gli italiani non vogliono pagare i servizi di consulenza
Dopo anni di sforzi (peraltro vani) delle banche centrali per riportare l’inflazione al 2 per cento, all’improvviso siamo tornati a un impatto della crescita dei prezzi a due cifre. Eppure percentuali importanti di investitori non hanno idea di come la crescita dei prezzi impatti sul proprio potere di acquisto. È questa una delle evidenze dell’ottavo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, relativo al 2022, presentato nei giorni scorsi dalla Consob. Dal rapporto emerge la tradizionale prudenza degli italiani in fatto di risparmio, che però viene messa a dura prova dal quadro economico attuale. Per esempio l’80 per cento degli intervistati (che in questo rapporto sono solo investitori, per rendere i dati confrontabili con analisi simili fatte in altri paesi Ue) ritiene complessa la gestione delle finanze personali proprio a causa dell’aumento dei prezzi. In questo contesto una scarsa educazione finanziaria e una consolidata diffidenza verso i consulenti non aiutano.
- Il rapporto tra consulente finanziario e cliente è plurigenerazionale
L’osservatorio Anasf Real Trend, condotto dall’associazione di categoria dei consulenti finanziari tra un panel di 600 aderenti dal 13 al 24 gennaio scorso, questo ha indagato in particolare la composizione della clientela dei consulenti finanziari. L’indagine rileva come la relazione di fiducia instaurata tra consulenti finanziari e clienti rimane un elemento fondamentale anche attraverso il ricambio generazionale degli investitori. Il 66% del panel ha dichiarato di seguire anche le generazioni successive di clienti primi intestatari dei rapporti, affiancando risparmiatori appartenenti alla seconda e, nel 33% dei casi, alla terza generazione
- Osservatorio Pir Nel 2022 i deflussi sono arrivati a 637 milioni
Cala il sipario su un anno difficile. La partenza era stata positiva, ma a maggio c’è stata una brusca inversione di rotta che non è più cambiata. Tradotto in cifre, nel 2022 dalle casse dei gestori di Pir sono usciti 637 milioni, mentre nel solo mese di dicembre la perdita è stata di 92,3 milioni (il bilancio 2021 si è chiuso in attivo per 322 milioni). Queste sono le cifre elaborate dal consueto Osservatorio mensile di Plus24 sui piani individuali di risparmio. Nel calcolo del saldo totale sono stati sommati i primi tre trimestri elaborati a consuntivo da Assogestioni (-351,2 milioni) al quarto calcolato dall’Osservatorio (-286 milioni).
- Il cigno nero colpisce gli over 55. Quote a sconto per gli iscritti più giovani
Il 2022 per i fondi pensione è stato di gran lunga il peggior anno della loro storia, per l’estensione dei ribassi e del segno meno a tutti i comparti. Anche i garantiti, che proteggono il capitale in occasione di una serie di eventi (in genere pensionamento, premorienza, invalidità permanente, disoccupazione per oltre 48 mesi), ma per il resto fissano ogni mese, come le altre linee di investimento, un valore quota, sceso anch’esso. D’altra parte l’impennata dell’inflazione ha esaltato la rivalutazione del trattamento di fine rapporto – allocazione alternativa per il 6,91% della retribuzione lorda – che si è preso una bella rivincita sui fondi pensione, dopo sconfitte (quasi) continuative negli ultimi vent’anni. E il rischio che il 2022 mini la fiducia dei fondi pensione c’è eccome.
- Previdenza Il Tfr mette all’angolo i fondi pensione
Il 2022 è stato l’anno della riscossa del Tfr (trattamento di fine rapporto) in azienda: con un rendimento netto dell’8,28% batte tutte le linee dei fondi pensione negoziali, che al contrario registrano performance negative a partire dal -11,7% in media conseguito dagli azionari. Il netto sorpasso del Tfr sui fondi pensione ha avuto il momento clou proprio nel 2022: nel 2021 la bilancia pendeva ancora a favore dei fondi sia negoziali che aperti. L’analisi condotta da Consultique per Plus24 fotografa una situazione decisamente mutata e inedita sui mercati, rispetto al recente passato. Il peggior fondo risulta un obbligazionario di FondAereo con un -15%, non distante della linea azionaria della stessa società (-14,8%). «Ampliando l’analisi – spiega Paola Ferrari, analista Consultique – si può osservare che il Tfr in azienda diventa competitivo anche su orizzonti temporali più lunghi. Sia a 10 che a 15 anni il rendimento del Tfr batte quello delle linee garantite e obbligazionarie». I bilanciati e gli azioni sulla lunga distanza mantengono invece il primato.
- Economia reale, lunedì la svolta?
Fondi pensione ed economia italiana. Dei 200 miliardi di patrimonio di previdenza integrativa, soltanto 4 arrivano sul territorio italico. Come sbloccare questa situazione? Se ne dovrebbe parlare lunedì, secondo indiscrezioni, in un incontro tra il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, e Riccardo Realfonzo, presidente del fondo pensione dei metalmeccanici Cometa, il più grande in Italia per patrimonio (12,5 miliardi di euro) e aderenti (460mila). Nella sede del ministero del Lavoro si cercherà di capire dunque se potranno avere un seguito le proposte di Realfonzo su fondi pensione, investimenti alternativi ed economia reale.
- L’oro del Mali. Quelle quote del fondo di Nassau finite in gestioni e in polizze