Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Diminuiscono le cause condominiali dinanzi ai tribunali e aumentano le controversie risolte in sede di mediazione. È questo il bilancio che si ricava dai dati diffusi nelle scorse settimane dal ministero della giustizia sull’andamento dei procedimenti civili, che evidenziano un miglioramento rispetto al 2021. Negli ultimi 12 mesi le cause civili, delle quali quelle condominiali rappresentano circa una su cinque, si sono ridotte del 5,4%. L’arretrato civile è così diminuito del 3,9% in Cassazione, del 14,1% in corte di appello e del 3% in primo grado. Inoltre per la prima volta le pendenze totali nel settore civile sono scese sotto i tre milioni, quasi dimezzandosi rispetto al 2009. Parallelamente è aumentata l’efficacia delle procedure di mediazione, delle quali pure gran parte è rappresentata dai conflitti tra condomini. Nel primo semestre 2022, sempre secondo i dati diffusi dal mingiustizia, nel 54,4% dei casi la parte chiamata in mediazione ha aderito alla procedura. E in questi casi, evidentemente, crescono le possibilità di trovare un accordo, che è stato effettivamente raggiunto nel 29,6% dei casi nel secondo trimestre 2022.
In occasione delle festività e di fine anno molte persone hanno ripreso a viaggiare. Tra i trend che stanno emergendo c’è l’esigenza di maggiore flessibilità nelle prenotazioni e di protezione per far fronte alle circostanze impreviste e a preoccupazioni come la salute, le turbolenze geopolitiche e l’incertezza economica, che significa in molti casi scegliere di assicurarsi per tutelarsi.
Continua a crescere l’ecosistema fintech & insurtech italiano. Lungo la penisola sono 630 le startup e le scaleup (startup che hanno raggiunto un modello di business affermato) che operano nei settori finanziario ed assicurativo, di cui 27 costituite da gennaio ad oggi, capaci di raccogliere oltre 900 milioni di euro di fondi nel 2022, raggiungendo complessivamente 3,7 miliardi di euro dal 2009 ad oggi. È lo scenario delineato nella ricerca dell’osservatorio Fintech & Insurtech della School of management del Politecnico di Milano secondo cui permane un alto livello di concentrazione in quanto il 5% delle startup/scaleup ha raccolto il 90% del funding totale.
Dal prossimo anno, fatte salve alcune fattispecie, la detrazione maggiorata del 110%, fruibile per gli interventi di efficientamento energetico, scende al 90% per le villette e unifamiliari, per le spese sostenute fino al 31/12/2023 e con interventi avviati dall’1/1/2023. S’innescano, inoltre, le nuove regole per le imprese appaltatrici che ora, per importi superiori a 516.000 euro, devono essere in possesso (o in procinto di ottenere) l’attestazione Soa.Queste alcune delle indicazioni più interessanti riferibili ai bonus edilizi, tenendo conto anche delle novità della legge di bilancio 2023, n. 197/2022, in Gu del 29 dicembre scorso.
La manovra arriva in porto (legge n. 197/2022 in Gu del 29 dicembre) dopo un passaggio parlamentare molto rapido, che ne ha in parte modificato i contenuti. L’analisi aggregata, realizzata da ItaliaOggi Sette sulla base dei dati disponibili, delle misure della manovra consente di valutarne l’impatto sul triennio. Per sintesi, riassumiamo le principali novità per la nostra economia.
- Dalle assicurazioni a benzina e affitti I rincari non sono finiti
Dalla benzina ai biglietti dell’autobus e della metro. Dai canoni d’affitto alle assicurazioni ai pedaggi delle autostrade: l’inflazione del 2022 si affaccia ai primi mesi dell’anno nuovo con effetti consistenti e in molti casi già calcolabili. A cominciare dai pedaggi autostradali: il ministero dei Trasporti ha comunicato che dall’1 gennaio quelli di competenza di Autostrade per l’Italia sono aumentati del 2%, con un ulteriore ritocco all’insù, dall’1 luglio, dell’1,34%. Un aumento, certo, inferiore all’inflazione, come ha sottolineato il ministro Matteo Salvini, ricordando che in altri Paesi, come Francia e Spagna, si registrano rincari doppi. Ma il problema è che non si tratta dei soli rincari destinati agli automobilisti: dal momento che il primo gennaio 2023 è scaduta la riduzione delle accise sui carburanti decisa dal governo Draghi e confermata solo fino a fine anno dal governo Meloni, il prezzo della benzina è salito subito di circa 18 centesimi al litro, in mancanza di ulteriori proroghe, che non sono state previste al momento.
- Il Fondo monetario: nel 2023 metà dell’Europa in recessione
Il 2023 sarà un anno difficile dal punto di vista della crescita, con un terzo dell’economia mondiale in recessione. Ma se le tre maggiori aree — Usa, Ue, Cina — stanno tutte rallentando, gli Stati Uniti potrebbero evitare la recessione. A dirlo è stato la direttrice generale del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva in un’intervista alla televisione americana Cbs. I Paesi europei «sono stati colpiti pesantemente dalla guerra in Ucraina e metà dell’Unione europea sarà in recessione», ha spiegato l’economista del Fmi. Per la Cina sarà un anno difficile, anche a causa della recrudescenza della pandemia di Covid. E questo si ripercuote a livello globale. Se guardiamo ai mercati emergenti e alle economie in via di sviluppo, il quadro è ancora più negativo. Perché, oltre a tutto il resto, «questi Paesi sono colpiti dagli alti tassi di interesse e dall’apprezzamento del dollaro. Per le economie che hanno un livello elevato di debito si tratta di una vera e propria devastazione». Nonostante il rallentamento della crescita, tuttavia, la lotta all’inflazione resta prioritaria e Georgieva invita le banche centrali ad andare avanti nella stretta monetaria. In base alle ultime previsioni dell’istituto, la crescita globale si attesterà quest’anno al 2,7 per cento, «ma forse — ha precisato Georgieva — sarà anche meno. Ricordate che nel 2021 era al 6 per cento e che è scesa al 3,2% quest’anno. E continuerà calare fin quando le banche centrali terranno il piede sul freno». A ottobre 2022 il Fmi ha tagliato le sue previsioni di crescita economica globale per il 2023 a causa del perdurare della guerra in Ucraina, dell’inflazione e degli alti tassi d’interesse.
- Il sistema di gestione della sicurezza non evita la responsabilità
La conformità del sistema di gestione della sicurezza prevista dall’articolo 30, comma 3, del Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (Dlgs 81/2008) non è sufficiente ad escludere la responsabilità dell’ente per gli illeciti previsti dal Dlgs 231/2001. Lo ribadisce la quarta sezione penale della Cassazione (sentenza n. 45131 del 28 novembre) che ha ritenuto irrilevante la presenza, al momento dell’infortunio sul lavoro, di un sistema di gestione della sicurezza caratterizzato dall’individuazione dei soggetti preposti a tale scopo. Per i giudici di Piazza Cavour, infatti, l’istituzione di determinate figure professionali (responsabile del servizio di prevenzione e protezione, medico competente, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) è prevista obbligatoriamente dal Testo unico e gli istituti cui esse sono preposte (servizio di prevenzione e protezione e sorveglianza sanitaria) assolvono alla funzione di prevenire gli infortuni, mentre il modello organizzativo risponde alla necessità di mappare le aree di rischio e di predisporre un sistema di controlli diretti ad assicurare l’adempimento degli obblighi giuridici in materia di sicurezza sul lavoro, e quindi al contenimento del rischio di commissione di reati in violazione della normativa antinfortunistica.
- Illeciti 231, l’azienda estinta può essere condannata
La cancellazione di una società dal Registro delle imprese non impedisce la condanna dell’ente per un illecito 231 se Pm e difesa avevano raggiunto un accordo sull’applicazione della pena. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, con la sentenza 2993 del 15 novembre 2022. Secondo il Gip di Milano l’estinzione dell’ente successiva all’addebito definitivamente elevato in conformità al Dlgs 231/2001, lascia impregiudicata la possibilità di una pronuncia pregiudizievole. Sulle modalità di esecuzione della condanna il Gip non si pronuncia e spetterà al Pm decidere come procedere. A fare le spese potrebbero però essere i soci, circostanza che rischia di porsi in attrito con il principio di personalità delle sanzioni amministrative.
- Auto aziendale, fisco più vantaggioso se l’utilizzo è limitato all’attività
La disciplina fiscale delle autovetture possedute a titolo di proprietà, leasing, noleggio o analoghi, da imprese e professionisti, è molto restrittiva e pone ampi limiti sia alla deducibilità dei costi (articolo 164, Tuir) che alla detraibilità dell’Iva (articolo 19-bis 1, lettera c, Dpr 633/1972). Le disposizioni di riferimento, tanto ai fini delle imposte sui redditi (articolo 164, Tuir) quanto ai fini Iva, ruotano intorno al concetto di esclusiva strumentalità dell’autovettura rispetto all’attività, ove è interamente deducibile e con Iva interamente detraibile solo l’autovettura che possa considerarsi appunto esclusivamente strumentale. In merito al concetto di esclusiva strumentalità, con la risposta a interpello 553 del 7 novembre 2022, l’agenzia delle Entrate ha assunto, in riferimento al fronte delle imposte dirette, una posizione in qualche modo di maggior apertura, valutando, rispetto a uno specifico caso di specie, il profilo della necessità dell’autovettura ai fini dello svolgimento dell’attività.
- Nuova class action senza confini per i consumatori degli Stati Ue
Le associazioni dei consumatori degli Stati dell’Unione europea potranno proporre class action nel nostro Paese e quelle italiane negli altri Stati Ue, sia per bloccare i comportamenti illeciti sia per ottenere un risarcimento del danno. Il Governo ha approvato in via preliminare il Dlgs che recepisce la direttiva Ue 2020/1828, sulle azioni rappresentative a tutela degli interessi collettivi dei consumatori. La scelta di non modificare l’attuale legge sulla class action (la 31/2019) ma di dar vita a una nuova procedura («l’azione rappresentativa») che si affianca e, in parte, si sovrappone, alle azioni collettive previste dalla legge n.31 rischia però di creare un intrico normativo e problemi applicativi. Si moltiplicano, inoltre, gli elenchi (ciascuno con i propri requisiti) per le associazioni autorizzate a presentare le azioni di classe. Il provvedimento è ora all’esame delle commissioni parlamentari per i pareri. Dovrà poi ricevere il secondo e definitivo via libera del Consiglio dei ministri. L’entrata in vigore è prevista per il 25 giugno 2023.
- Cresce la cybersicurezza negli enti pubblici
La cyber security fa passi avanti dentro i palazzi della pubblica amministrazione. I dati Agid 2022 confermano il trend positivo già registrato lo scorso anno, e lo fanno con riscontri notevoli: i siti della Pa considerati sicuri, che utilizzano cioè un corretto protocollo Https, sono più che raddoppiati rispetto al 2021, e addirittura quadruplicati rispetto al 2020. Come previsto dal Piano triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione, l’Agenzia per l’Italia digitale ha monitorato dal 2020 a oggi l’utilizzo di protocolli Https adeguati e lo stato di aggiornamento dei Cms (software per la gestione di contenuti web che non richiedono competenze specifiche di programmazione) nei siti della Pa. Quest’anno, i siti sicuri sono 9.022, a fronte dei 4.149 del 2021, mentre diminuisce dal 53% al 41% la percentuale di siti con gravi problemi, la cui configurazione Https risulta facilmente aggirabile. Scende anche il numero di siti mal configurati, che hanno cioè una configurazione Https non idonea agli standard moderni: dal 23% del 2021 all’11% di quest’anno. I siti che non sono proprio dotati di Https poi rappresentano una fetta piccolissima: l’1% del totale.