Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Automobilista assolto se è il pedone investito che attraversa in mezzo al traffico. Altrettanto vale quando la vittima dell’incidente sbuca all’improvviso davanti all’auto. Non punibile, poi, la fuga breve dal luogo del sinistro. E l’omicida stradale resta a piede libero. È quanto emerge da una serie di pronunce emesse dalla Cassazione penale.
Nel 2022 le pmi si connettono di più, ma la transizione digitale procede con lentezza e le imprese non sono ancora attrezzate per scongiurare attacchi informatici e data breach.a impresa medio-grande su tre e una pmi su sei hanno dichiarato di aver subito attacchi o intrusioni dall’esterno, con conseguente indisponibilità dei servizi, distruzione o corruzione dei dati o divulgazione di dati riservati.
Porte aperte alle tutele privacy: possibile attivare in contemporanea le diverse azioni a protezione dei diritti previsti dal Gdpr (regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679). È quanto ha deciso la Corte di giustizia Ue (sentenza del 12 gennaio 2023, resa nella causa C-132/21), che ha stabilito che è possibile esercitare in modo concorrente e indipendente il ricorso contro le decisioni del Garante e il ricorso diretto al giudice in caso di violazioni dei diritti previsti dalle norme sulla protezione dei dati. Tuttavia, i singoli stati devono prevedere le procedure necessarie per evitare il contrasto tra le varie decisioni.
Un registro dei destinatari dei dati personali: le imprese e le pubbliche amministrazioni devono censire i soggetti cui mandano le informazioni in loro possesso sul conto di clienti, utenti, dipendenti e altri interessati. È questo l’effetto della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 12 gennaio 2023, resa nella causa C-154/21, con la quale è stato affermato che, in base all’articolo 15 del Gdpr
Un nuovo codice, senza regolamento attuativo e con 35 allegati aventi forza di legge; semplificazione delle procedure, con liberalizzazione dell’appalto integrato e più affidamenti diretti; forte digitalizzazione delle procedure; garanzie più leggere per le imprese; introdotto il subappalto “a cascata”.

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  • La mina da 13mila miliardi che minaccia la finanza globale
Fondi aperti, fondi di debito, broker, veicoli di finanza strutturata, fiduciarie, family office: i rischi creditizi sono cresciuti, la loro esposizione si è moltiplicata. Senza regole, senza salvagenti o autorità di vigilanza. “Only when the tide goes out do you discover who’s been swimming naked”. Warren Buffett ripete spesso che solo quando la marea scende si scopre chi nuota senza costume. Da un anno la marea, nel credito, scende parecchio: a suon di rialzi dei tassi con cui le banche centrali provano a rinserrare l’inflazione. Sono i momenti in cui nascono le crisi. E in cui servono regole e regolatori: perché una crisi evitata, o almeno presa in tempo, fa un decimale dei danni di una crisi conclamata.
  • Concessionari d’automobili la rivoluzione può attendere
Sono passati sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento Vber, acronimo di Vertical Block Exemption Regulation: una serie di commi che per volere della Ue ridefiniscono i rapporti tra diversi livelli della stessa filiera, come tra i produttori di auto e la rete di distribuzione e vendita, ponendo così le basi per la trasformazione delle concessionarie in agenzie. È solo una questione di etichetta, per gli autosaloni non cambierà nulla. Non proprio. Non è così. Gli effetti sono diversi. I “venditori” oggi hanno ancora libertà di movimento, agiscono per nome e conto proprio e gestiscono i loro clienti. Gli agenti invece sono professionisti che operano in nome e per conto della sola casa costruttrice. In futuro, quindi, i prezzi, gli sconti, le campagne di vendita, con la trasformazione, verranno decisi direttamente dai produttori, che si affacceranno direttamente anche sui canali on line.
  • Siccità, l’anno estremo dell’Italia il conto miliardario del clima
Al tragico bilancio di vite umane si sommano i danni economici Legambiente: 310 eventi meteo disastrosi nel 2022, più 55% in un anno Ma si continua a investire poco in prevenzione e manca un Piano nazionale. Il fiume di fango che ha devastato alcune zone dell’isola di Ischia il 16 novembre. Le precipitazioni record che hanno messo in ginocchio le Marche il 15 e 16 settembre. Il lungo periodo di siccità che ha colpito il nord d’Italia nei primi sette mesi dell’anno e che ha provocato il disastro del ghiacciaio della Marmolada il 3 luglio. Sono solo alcuni eventi climatici estremi dei 310 che si sono verificati in Italia nel corso del 2022, il 55% in più rispetto al 2021. Eventi che in poco più di decennio sono aumentati in dimensione, intensità e frequenza, oltre 1.500 dal 2010 al 2022, generando perdite di vite umane, gravi ripercussioni alle economie locali e impatti rilevanti nei settori agricoli e produttivi fondamentali per interi territori.

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  • La virata, lo schianto, i misteri. Disastro aereo sul tetto del mondo
Perché l’aereo vira all’improvviso in una giornata di sole e senza vento? E perché i «flap» — le estensioni mobili delle ali — non erano abbassati in quel momento per supportare l’atterraggio? I piloti, poi, erano sufficientemente informati su un aeroporto aperto appena due settimane prima? Sono queste tre delle domande alle quali dovranno rispondere gli investigatori francesi del Bureau d’Enquêtes et d’Analyses (Bea) chiamati a dare assistenza per fare luce sull’incidente in Nepal del volo YT691 Kathmandu-Pokhara operato dalla compagnia locale Yeti Airlines con un Atr-72 precipitato ieri alle 11.05 locali (le 6.05 del mattino in Italia) con 72 persone a bordo: 68 passeggeri (di cui 15 stranieri), due piloti e due assistenti di cabina. È la più grande tragedia aerea del Paese negli ultimi trent’anni. Fino a ieri sera erano 68 i corpi recuperati e le operazioni proveranno oggi a individuare i quattro rimasti incastrati tra i rottami.

  • Pensioni, le tre debolezze ma il welfare italiano tiene
La sostenibilità del sistema previdenziale italiano, con particolare riferimento alle pensioni, non può prescindere dalla sostenibilità del sistema Italia, a sua volta condizionata dal debito pubblico e dal suo rapporto con la ricchezza annuale prodotta. Ebbene, il decimo Rapporto sul bilancio del sistema previdenziale italiano che verrà presentato alla Camera dei deputati il prossimo 18 gennaio parte dal ricordare l’evoluzione del debito: a fine 2019, prima della pandemia, era pari a 2 mila 409,9 miliardi (134,7% del Pil) rispetto ai 1.632 (102% del Pil) del 2008; in soli 11 anni nonostante l’austerity della «matrigna» Europa (così la definirono tutti i partiti e le parti sociali) sono stati accumulati ben 777 miliardi di nuovo debito con un incremento del 47%; pandemia, reddito di cittadinanza, superbonus, Quota 100, salvaguardie pensionistiche del triennio Conte (2018/20) hanno portato il debito a fine 2020 a 2 mila 573,5 miliardi (+163,6 miliardi e 157% del Pil). A fine 2021, pur a fronte di una crescita del Pil del 7,2% e un aumento dell’occupazione di 550 mila persone, il debito raggiunge i 2 mila 678,4 miliardi di euro con un incremento di circa 104,9 miliardi in 12 mesi, (150,8% del Pil). A fine 2022 saremo a 2 mila 775 (altri 96 miliardi) nonostante il governo Draghi entrato in carica nel febbraio 2021 e nel 2023 con un deficit del 4,5% ne accumuleremo altri 85, anche se il rapporto debito Pil, grazie alla svalutazione prodotta dall’inflazione e pagata da tutti i risparmiatori e pensionati, si ridurrà al 145% (la media Ue 2022 è al 94%).
  • Pensioni, ecco chi vince se esce il 41
Un anticipo anche di 3 anni e mezzo se passa il nuovo requisito contributivo unico per tutti. Favorito chi ha iniziato a lavorare prima dei 25 anni di età, ma il taglio della pensione può arrivare al 9% per le donne e al 12% per gli uomini

  • Importi divisi in due voci se il decesso avviene tempo dopo l’infortunio
  • Danno parentale, tra Roma e Milano doppio binario per i risarcimenti