di Anna Messia
Il numero di cittadini italiani con una copertura sanitaria integrativa è in aumento e si stima che ormai oltre il 25% della popolazione aderisca a qualche forma di sanità integrativa, che sia un’assicurazione, un fondo o una cassa sanitarie. Numeri destinati a crescere, dicono gli esperti di Bain & Company Italia, di pari passo con l’allungamento dell’aspettativa di vita e il calo della natalità, che stanno avendo un forte impatto sull’invecchiamento della popolazione con i cittadini avranno bisogni sanitari e assistenziali sempre più rilevanti. La spesa sanitaria in Italia è del resto in progressivo aumento e si è attestata a 168 miliardi di euro nel 2021, in crescita di 26 miliardi rispetto al 2010, con un’incidenza della spesa privata in costante aumento negli anni pre-pandemia, nel 2021 vicino ai livelli del 2019. Questa tendenza è guidata dalla componente intermediata (assicurazioni, fondi e casse) che ha registrato un incremento maggiore (+2,3%) rispetto alla componente «out-of-pocket» (in aumento dello 0,4%). «Nonostante il sistema pubblico garantisca un ampio perimetro di protezione, notiamo un crescente ricorso alla spesa privata, soprattutto per le visite specialistiche e per i servizi diagnostici; tale spesa, tuttavia, è ancora in gran parte out-of-pocket e dunque non ottimizzata da strumenti di copertura come le polizze assicurative o l’adesione a fondi o casse sanitarie», spiegano Paolo Mori, Expert Partner, e Nicola Donadeo, Associate Partner di Bain & Company.
Per i prossimi anni, secondo l’analisi di Bain, è poi previsto un ulteriore aumento della spesa sanitaria (pubblica e privata), dovuto a diversi fattori: inflazione, attenzione alla salute da parte di cittadini e imprese, impatti del decreto-legge semplificazioni e nuovi investimenti pubblici nella sanità digitale. Dalla loro analisi emerge che i cittadini italiani sono aperti a servizi di digital health: circa il 70% di essi è disposto a condividere i propri dati, l’80% è interessato ai servizi di telemedicina e vede prioritario potenziare la digitalizzazione degli operatori sanitari. Anche l’interesse dei medici nei confronti delle soluzioni digitali e di telemedicina è destinato a crescere ulteriormente in futuro, soprattutto per quanto riguarda gli ambiti di tele-refertazione e tele-consulto.«Il crescente ricorso alla spesa privata, cresciuta costantemente negli ultimi 10 anni», continua Mori, «è anche legato ai livelli di servizio delle prestazioni pubbliche: i tempi di attesa rappresentano la principale ragione di insoddisfazione degli italiani in ambito healthcare pubblico».
Spazi di miglioramento ci sono anche nel business assicurativo. I premi malattia, che includono polizze collettive (per imprese e fondi assicurati) e polizze individuali, hanno raggiunto i 3,3 miliardi di euro nel 2021, +4,9% annuo dal 2017, con crescita superiore alla media totale del business Danni). «Sul mercato delle polizze salute si osserva però una redditività sotto pressione, con una frequenza sinistri in aumento rispetto al 2019. Negli ultimi anni si è osservato un incremento del Combined Ratio (rapporto tra sinistri e costi di distribuzione rispetto ai premi) dal 93% del 2019 al 104% nel 2021», spiegano da Bain e «per i prossimi anni prevediamo un aumento della pressione sulla redditività tecnica, determinata da un possibile ulteriore aumento della frequenza sinistri e dalla crescita del costo medio, trainato dall’aumento dei costi delle prestazioni», prosegue Donadeo. Come fare per invertire questo trend? Calibrando attentamente le franchigie e gli scoperti, rispondono da Bain, e promuovendo servizi di prevenzione e l’utilizzo di reti convenzionate e prestazioni dirette, che rappresentano anche un importante elemento di servizio per gli assicurati. Inoltre, i player dovranno rivedere i modelli di pricing, attivando azioni mirate di repricing, con l’obiettivo di proteggere la profittabilità, tenendo al contempo in considerazione le condizioni di polizza richieste e il profilo di rischio degli assicurati. Ma importante sarà anche spingere sull’innovazione tecnologica per soddisfare i bisogni di digitalizzazione espressi da clienti e medici e ove possibile, ridurre il costo delle prestazioni (si veda altro articolo a pagina 11) con gli investimenti in Insurtech che sono destinati a crescere anche nel settore della salute. (riproduzione riservata)
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