Nel nuovo numero di Dati Inail l’andamento infortunistico e tecnopatico nel settore dell’energia
Il nuovo numero di Dati Inail, periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, dedica un approfondimento al settore dell’energia, essenziale per lo svolgimento di qualsiasi attività economica e da mesi al centro del dibattito internazionale per le conseguenze provocate a livello globale dalla guerra in Ucraina.
Nel 2021 le aziende del comparto assicurate con l’Inail erano circa quattromila, per un totale di 117mila addetti, l’84% dei quali occupati nella fornitura dell’elettricità, il 12% in quella del gas e il rimanente 4% in quella del vapore e dell’aria condizionata.
Tra il 2017 e il 2021 denunciati circa cinquemila infortuni
Nel quinquennio 2017-2021 sono stati denunciati circa cinquemila infortuni, di cui due terzi nella divisione della produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica, più di un quarto in quella del gas e i restanti nell’erogazione di vapore e aria condizionata.
Trattandosi di un settore che occupa principalmente uomini, oltre l’80% delle denunce riguarda il genere maschile, mentre le professioni più coinvolte, con oltre un terzo dei casi (1.710), sono quelle degli elettricisti (installatori, manutentori di impianti e riparatori di linee elettriche, di distribuzione, tiralinee), dei tecnici addetti alla distribuzione sia dell’energia elettrica che del gas e dei tecnici addetti alla produzione di energia termica ed elettrica.
I casi mortali denunciati tra il 2017 e il 2021 sono stati 18 (14 nella sola divisione della fornitura di energia elettrica), di cui 10 hanno riguardato i lavoratori di età compresa tra i 49 e i 59 anni e cinque quelli tra i 60 e i 65 anni.
Poco meno di 6 infortuni su 10 (2.952) si sono verificati nel Nord Italia (34,5% nel Nord-ovest e il 24,6% nel Nord-est) con la Lombardia la regione che da sola arriva a oltre il 20% (1.023 casi) del dato nazionale. Seguono il Centro con il 23,1% (1.154) e il Mezzogiorno con circa il 18% (888 casi).
Sempre nel quinquennio considerato, la fascia di età con il più elevato numero di denunce è tra i 45 e i 59 anni (2.379; circa 48%); segue quella tra i 30 e i 44 anni (1.542; oltre 30%) e quella dei più giovani, fino a 29 anni con 668 casi (13,4%). Incidenza percentuale maggiore (poco più dell’8%) rispetto al complesso dell’Industria e servizi (7,4%) per gli infortunati di età superiore ai 60 anni con una maggiore esperienza lavorativa ma anche con un’alta probabilità di perdere la concentrazione e di essere soggetti ad un maggiore affaticamento fisico.
Le cause e le conseguenze più frequenti
Le cause di infortunio sono molteplici, come impianti e installazioni che non presentano una sufficiente protezione da folgorazione, cavi sotto tensione non isolati o non adeguatamente segnalati, il non rispetto della distanza di sicurezza dai sistemi sotto tensione o il cattivo stato di macchinari e impianti.
Dei 2.739 casi avvenuti in occasione di lavoro e accertati positivamente, un terzo ha causato delle lussazioni, un quarto delle contusioni e circa un sesto delle fratture. Proprio per la peculiarità delle attività svolte, gli organi maggiormente colpiti da lesioni sono la mano con 500 casi, la colonna vertebrale (344) e le estremità degli arti inferiori: il ginocchio (284) e la caviglia (278).
Circa un infortunato su cinque ha riportato lesioni di gravità media da 1 a 15 gradi, leggermente superiore all’Industria e servizi (15,0%).
Tenendo conto dei tempi tecnici di trattazione delle pratiche, circa il 75% delle denunce viene riconosciuto come infortunio sul lavoro e indennizzato (l’89% per inabilità temporanea e poco più del 10% per menomazioni permanenti).
Le denunce di malattia professionale in calo del 12,7% nel quinquennio
Per quanto riguarda le malattie professionali, nell’arco dello stesso quinquennio l’Inail ha protocollato complessivamente 558 denunce registrando una diminuzione del 12,7%, dai 118 casi del 2017 a 103 casi del 2021, con un picco al ribasso di 95 casi nel 2020, dovuto alla chiusura di molte attività commerciali e industriali durante la pandemia da Sars-CoV-2. La maggior parte delle denunce si concentra nella produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica, con il 79% delle protocollazioni del 2021. Seguono le attività di produzione e distribuzione di gas (20%) e la fornitura di vapore e aria condizionata (1%). Le patologie denunciate con maggiore frequenza sono quelle del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (46,2% del totale del quinquennio), seguite dai tumori (19,0%), dalle malattie del sistema respiratorio (14,2%) e da quelle dell’orecchio e dell’apofisi (10,6%).