Ieri questo giornale ha dato la notizia, con una serie di considerazioni, dell’avvio, da parte del Tesoro, della valutazione d’impatto della normativa antiriciclaggio, con particolare riferimento alla collaborazione e allo scambio di informazioni tra le Autorità italiane a vario titolo competenti, innanzitutto l’Unità di informazione finanziaria, l’Uif, e tra queste e le Autorità europee. Lo scopo principale è quello di verificare se si debbano apportare modifiche alla vigente normativa. Naturalmente, sono compresi in ciò anche gli aspetti della relativa attuazione che non comportino modifiche della disciplina in vigore.
L’analisi di impatto e, prima ancora, le previsioni dello stesso impatto in sede di legiferazione, qualunque sia la materia, dovrebbero costituire una regola fondamentale. quanto meno da quando di essa è stata rappresentata l’importanza se non l’essenzialità, in particolare allorché ministro della Funzione pubblica era Sabino Cassese nel governo Ciampi del 1993. Eppure così non è stato. Sarebbe, allora, bene dare un segnale dello svolgimento di una tale valutazione non limitato all’antiriciclaggio, soprattutto ora che dal governo in carica si lancia la grande riforma del presidenzialismo, per dare prova così che si bada anche alle questioni certamente di minore importanza, ma essenziali per il funzionamento dello Stato. Una tale disamina dovrebbe riguardare pure, se non soprattutto, la normativa comunitaria ed essere svolta già mentre quest’ultima viene progettata con la collaborazione dei rappresentanti dei singoli partner anche in sede tecnica, per non trovarsi, poi, a dover recepire nell’ordinamento nazionale direttive comunitarie che, a volte, confliggono con cardini della Costituzione oppure risultano, dal punto di vista sistematico, contrastanti o discordanti nei confronti di altre leggi. Ciò si è verificato nel comparto della legislazione sul credito e il risparmio che, a poco a poco, è diventata di ampia produzione comunitaria. Tornando all’antiriciclaggio, la valutazione dovrebbe riguardare, se si vuole veramente saggiare anche l’efficacia delle disposizioni, i risultati concreti dell’azione di contrasto. Fa parte del rapporto tra Uif e le altre Autorità competenti in materia la segnalazione delle operazioni sospette che dalle banche e dagli altri soggetti che vi sono tenuti pervengono alla predetta Unità e, poi, da questa sono inviate, dopo l’esame prescritto e le eventuali scremature, agli organi di investigazione ( o, in alcuni casi, all’Autorità giudiziaria). Come abbiamo scritto altre volte, non ci si può esaltare solo per l’aumento del numero delle operazioni in questione, delle quali non si conosce poi l’esito, pur nel rispetto delle forme anonime. È, questa, l’innovazione fondamentale da conseguire; diversamente si resta nel buio e in non sciolti sospetti, quasi come nella Novella del Decamerone sulla nota verifica delle distanze. Osservazioni similari sono state svolte dal Consiglio d’Europa, per cui sarebbe doveroso far conoscere quale seguito si intende dare a tali considerazioni. Poi, occorrerà valutare se estendere l’area dei reati che sono presupposto di riciclaggio. Una valutazione particolare dovrebbe riguardare il finanziamento del terrorismo. Tutto ciò dovrebbe indurre a rivedere l’assetto istituzionale e la governance dell’Uif per rafforzarne il ruolo e l’autonomia, a maggior ragione se l’Italia si candida, come è più che giusto, a ospitare la sede dell’Amla, l’Authority europea antiriciclaggio, per la quale Roma ha i maggiori requisiti per l’accoglienza. A tal proposito occorrerà, vista la non facile competizione con altre capitali, che il governo sviluppi un’intensa, tenace iniziativa, in sede europea, qualora ciò non sia già avvenuto, conseguendo le necessarie convergenze. La premier Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda nella conferenza-stampa di fine anno, ha confermato l’interesse suo e del Governo per Roma sede di Expo 2030. A proposito dell’Amla, è giusto che l’opinione pubblica sia informata – certamente tenendo conto del riserbo sullo specifico merito di eventuali trattative al riguardo – dell’azione del governo per conseguire il risultato sperato. Dunque, è lecito attendere che ciò accada. (riproduzione riservata)
Angelo De Mattia
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