ITALIA UNICO PAESE EUROPEO IN CUI LE IMMATRICOLAZIONI L’ANNO SCORSO SONO SCESE
di Nicola Carosielli
La fine del 2022 conferma quanto ci si attendeva già con i dati di novembre: l’Italia si è confermata fanalino di coda tra i grandi Paesi europei sulle immatricolazioni delle auto elettriche. Secondo i dati messi a disposizione da Motus-E, l’associazione italiana che raggruppa i più grandi operatori industriali e della filiera automotive, a dicembre le immatricolazioni delle auto totalmente elettriche (Bev, battery electric vehicle) sono calate del 26,6% su base annua attestandosi a 4.526 unità, contro le 6.167 del dicembre 2021. E anche guardando alle immatricolazioni dell’intero 2022, si conferma il trend, con le auto full electric che hanno segnato una flessione del 27,1%, passando da 67.264 a 49.058 unità.
Il calo si è riversato anche sulla quota di mercato sul parco auto italiano nel complesso, scendendo, solo a dicembre, al 4,3 dal 7% registrato a dicembre 2021. Idem sui 12 mesi, con la market share scivolata dal 4,6 al 3,7%. Nel complesso, quindi, il parco circolante Bev si attesta a 171.196 unità, «in un trend che dovrebbe senz’altro sollevare qualche riflessione», hanno sottolineato da Motus-E, aggiungendo che «nei Paesi con cui l’Italia deve ambire a confrontarsi, la market share delle auto completamente elettriche continua a crescere senza sosta, pur a fronte di un mercato complessivo ancora in affanno». Guardando alla top 5 delle Bev più vendute in Italia nel 2022, al primo posto si trova la 500E con 6.283 unità, seguita dalla Smart Fortwo (4.544), mentre terza è stata la Tesla Model Y con 4.199 unità, davanti alla Dacia Spring con 2.825 veicoli e alla Renault Twingo con 2.738 unità.
«L’anomalia italiana del calo delle immatricolazioni Bev ha trovato terreno fertile essenzialmente nella poca pianificazione delle politiche incentivanti, ma ora il Governo ha la grande occasione di riportare l’Italia lì dove deve essere, nella Serie A del mercato auto europeo», sostengono da Motus-E. Guardando i sei maggiori Paesi europei, nonostante il calo del comparto tutti hanno mostrato una crescita delle Bev tra il 19 ed il 67%, mentre l’Italia è l’unica con un segno meno. Per recuperare terreno, sostengono gli esperti, «si potrebbe partire subito da un riordino del quadro di supporto alla domanda. Ad esempio, dando continuità agli incentivi al noleggio, equiparandoli come valore a quelli per i veicoli privati senza rottamazione, ma anche allineando il cap di prezzo per le auto elettriche incentivabili a quello per le ibride plug-in».
Un’altra leva, infine, «è il trattamento fiscale delle flotte aziendali, che andrebbe rivisto per favorire le auto a zero e a basse emissioni». (riproduzione riservata)
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