Nel fact sheet Inail sono illustrati i risultati di un’indagine conoscitiva del Dimeila sulla percezione della correlazione tra uso di sostanze alcoliche e incidenti lavorativi
Gli infortuni sul lavoro legati al consumo di alcol rappresentano ancora un fenomeno molto diffuso, nonostante la legge 125 del 2001 abbia introdotto il divieto di assunzione e somministrazione di bevande alcoliche per alcune attività lavorative che possono essere soggette a rischio elevato, prevedendo la possibilità di effettuare controlli alcolometrici, per evidenziare eventuali violazioni.
Del tema si occupa una scheda informativa del Dipartimento di medicina, epidemiologia igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail, pubblicata sul sito dell’Istituto.
La nota illustra i risultati di un’indagine conoscitiva, condotta dallo stesso dipartimento, sulla percezione del rischio di infortuni alcol correlati in un campione di 1093 lavoratori di genere maschile, divisi in 710 appartenenti al settore delle costruzioni e 383 a quello dei trasporti, con una quota del 10% di lavoratori stranieri e un’età media di circa 42 anni. Tali settori, insieme a quello minerario, secondo la letteratura scientifica di settore, sono quelli che registrano il più alto tasso di decessi legati a infortuni alcol correlati.
Il consumo di alcolici nel campione intervistato
Circa il 6.3% dei lavoratori coinvolti nell’indagine, 8.1% degli edili e 3.3% dei lavoratori dei trasporti, hanno dichiarato di consumare alcolici durante l’orario di lavoro nei tre mesi precedenti all’intervista. Se si considera il consumo di alcol durante le pause di lavoro (colazione e/o pranzo), tale percentuale sale al 20.4% degli addetti al comparto costruzioni e al 5.2% di quelli del settore trasporti per un totale complessivo del 14.7% del campione.
Oltre l’80% degli intervistati ritiene che l’alcol sia un fattore di rischio per la sicurezza sul lavoro
Sono soprattutto gli impiegati nei trasporti, con l’87.3%, a considerare l’assunzione di bevande alcoliche un potenziale pericolo che facilita gli incidenti lavorativi. Dai dati riportati emerge che la percezione di questo pericolo è molto meno sentita dai lavoratori che nelle interviste hanno dichiarato di consumare alcolici durante le pause di lavoro.
Sconosciute a 1 lavoratore su 2 le azioni di contrasto nella propria azienda
Nel corso delle interviste il 58.8% degli edili e il 43.0% dei trasportatori dichiarano di non sapere quali siano le azioni messe in atto dalla propria azienda per disincentivare l’uso di bevande alcoliche dei dipendenti nel corso dell’attività lavorativa. I provvedimenti disciplinari risultano essere il principale strumento di contrasto adottato dalle imprese a tale scopo.
I trasportatori tra i lavoratori più a favore di divieti e controlli
Secondo gli intervistati, gli strumenti che risultano più efficaci sono l’introduzione del divieto di consumare bevande alcoliche durante l’orario di lavoro (per il 74.6% dei lavoratori nei trasporti e 66.2% di quelli nelle costruzioni), e l’esecuzione dei controlli sui lavoratori (specificamente, 73.6% dei trasportatori e 62.6% degli edili). Emerge, inoltre, che tali strumenti sono considerati maggiormente utili da coloro che non consumano alcolici durante la pausa di lavoro.
Oltre il 66% dei trasportatori considera utile migliorare le condizioni di lavoro
Dai dati raccolti nel documento si rileva che la percezione dell’utilità dell’attivazione di programmi di prevenzione e il miglioramento delle condizioni di lavoro cambia tra i lavoratori appartenenti ai due settori. I trasportatori sono più inclini degli edili a riconoscere la positività di queste azioni nel contrastare le problematiche legate al consumo di alcolici negli ambienti di lavoro.
Il ricorso all’uso dell’alcol non è frutto solo di motivazioni extra lavorative
Citando studi condotti dall’Ilo, nel documento viene ricordato che alcune condizioni di lavoro, caratterizzate, ad esempio, da stress lavoro-correlato, lavoro monotono, turni notturni, possono apportare un contributo significativo all’insorgere di problemi di alcol. Da qui la necessità di prestare la dovuta attenzione ai rischi psicosociali, dalla cui adeguata valutazione e gestione possono scaturire indicazioni utili per contrastare le conseguenze negative del consumo di alcol sul lavoro.