di Paola Valentini
Il 2021 si conferma un anno boom per le fusioni e le acquisizioni. I dati raccolti da Wtw (Willis Towers Watson) in collaborazione con l’M&a Research Centre della Business School di Londra rivelano che l’attività globale ha raggiunto nuovi record, con 1.047 operazioni (da oltre 100 milioni di dollari ciascuna) completate nel 2021, +55% rispetto al 2020 (674). Si tratta del volume più alto mai registrato dall’inizio delle analisi di Wtw nel 2008. In particolare il Nord America fa la parte del leone, con 614 operazioni, quasi il doppio rispetto alle 325 del 2020. Inoltre per la prima volta a livello globale dal 2016, il 2021 è l’anno in cui si è registrata una performance annuale positiva, secondo il Quarterly Deal Performance Monitor di Wtw. In media, sulla base della performance del prezzo delle azioni (variazione percentuale del prezzo delle azioni nei sei mesi prima della data dell’annuncio fino alla fine del trimestre), le aziende che hanno concluso operazioni m&a hanno battuto dell’1,4% l’indice mondiale Msci. Ma ci sono alcune differenze tra le aree: gli acquirenti nordamericani sono riusciti a superare con un margine molto ristretto il proprio indice regionale (+0,5%).Invece i dealmaker dell’Asia-Pacifico hanno registrato la loro migliore performance dal 2016, superando il proprio benchmark locale del 16,8%, sebbene abbiano concluso, in proporzione al 2020, un numero poco più alto di operazioni (196 nel 2021 rispetto a 173 nel 2020), per via di minori acquisizioni in Cina. Gli acquirenti europei hanno superato il proprio indice regionale, registrando un risultato positivo di +3,9% con 199 operazioni concluse nel 2021, +25% sul 2020. «I dati relativi agli Usa evidenziano l’impatto che le valutazioni possono avere sulla performance. Ci chiediamo se i prezzi di oggi continueranno ad essere coerenti nel tempo”, avverte Andrea Scaffidi, head of Retirement Italy di Wtw. (riproduzione riservata)
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